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Riforma della scuola, è legge: caos alla Camera e proteste fuori Montecitorio

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E’ stata approvata la riforma della scuola alla Camera. Si conclude l’iter per il ddl sulla Buona Scuola varato dal Governo Renzi. E’ stato approvato in particolare il maxiemendamento che era stato portato in Senato, dove si era chiesta l’approvazione, ponendo la fiducia da parte dell’esecutivo. I voti favorevoli alla Camera sono stati 277, i contrari 173 e gli astenuti 4. Uno dei principi fondamentali della riforma consiste nel dare spazio all’autonomia scolastica. Le singole istituzioni avranno una maggiore libertà nella gestione della didattica e dei progetti formativi. Inoltre potranno gestire i fondi a disposizione di ogni singola scuola.

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Le scuole ogni 3 anni dovranno determinare la loro offerta formativa e proprio a questa triennalità saranno legati altri adempimenti, come la determinazione degli organici, la mobilità del personale e le assunzioni. L’organico sarà gestito dal dirigente scolastico, che, a partire dall’anno scolastico 2016/2017, potrà proporre le cattedre ai docenti utilizzando gli albi territoriali. La chiamata degli insegnanti sarà proprio sulla base di questi albi e senza più graduatorie. Sarà dato il via al piano straordinario di assunzioni 2015, che riguarda gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, i vincitori e gli idonei del concorso a cattedre 2012.

Il caos in aula e fuori Montecitorio

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Anche dopo l’approvazione della riforma della scuola i sindacati assicurano che la battaglia continua. Il segretario generale della fondazione lavoratori della Cgil ha detto: “Con questa legge si dà un colpo di grazia alla scuola di massa”. Proteste ci sono state in aula alla Camera da parte di un gruppo di insegnanti che hanno avuto l’accesso a Montecitorio. Proteste anche da parte dell’opposizione, con gli onorevoli del Movimento 5 Stelle che esibivano sui banchi dei ceri da cimitero e quelli della Lega che facevano vedere tubetti di vaselina.

La seduta è stata interrotta per qualche minuto, soprattutto perché i deputati leghisti si sono rifiutati di togliere i loro cartelli anti-ddl con la scritta “giù le mani dai bambini”. I deputati di SEL hanno esposto sui loro banchi fogli con i colori della Grecia e la scritta “OXI alla buona scuola di Renzi”. I grillini hanno letto tutti in coro in piedi gli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione, che riguardano il principio di uguaglianza, la scuola pubblica e l’insegnamento.

Fuori Montecitorio gli studenti hanno imbavagliato decine di statue romane, considerando il ddl il simbolo dell’autoritarismo del Governo Renzi. Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, ha affermato che da settembre le scuole saranno rese ingovernabili per bloccare l’applicazione della riforma. L’intenzione è quella di boicottare la legge. Davanti a Montecitorio molti i presidi di protesta. I Cobas e altri sindacati, con bandiere e striscioni, hanno ribadito le ragioni del no nei confronti di questa riforma. Studenti e insegnanti hanno scagliato libri in direzione del palazzo del Parlamento, proprio nel momento della votazione.

Che cosa stabilisce il maxiemendamento

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Tra le principali novità stabilite dal maxiemendamento sulla riforma della scuola c’è l’introduzione di un membro esterno che si occuperà della valutazione degli insegnanti. Nel comitato per la valutazione dei docenti ci sarà anche un componente esterno individuato dall’ufficio scolastico regionale, che potrà scegliere tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici.

Nel piano di assunzione straordinaria verranno inseriti anche i precari che sono risultati idonei al concorso 2012, oltre che i precari delle graduatorie ad esaurimento. Il Ministero dell’Istruzione, entro l’1 dicembre 2015, dovrà bandire un concorso per titoli ed esami, per riempire i posti che nel frattempo si renderanno liberi.

E’ stato stabilito un tetto di 100.000 euro per le erogazioni liberali alle scuole, che verranno fatte da privati o associazioni. Gli istituti che ricevono meno donazioni potranno rifarsi ad un fondo perequativo.

Giorgio Rini

Giorgio Rini è stato collaboratore di Nanopress dal 2014 al 2017, occupandosi principalmente di politica, cronaca e spettacoli.

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