Nella riforma della scuola prevista da Renzi è contenuto anche l’accorpamento di due importanti enti: Invalsi e Indire. Il primo si occupa della valutazione del sistema nazionale educativo, mentre il secondo svolge un ruolo importante in tutto ciò che riguarda la documentazione, l’innovazione e la ricerca educativa. Secondo il piano di riforma portato avanti dal Governo Renzi, i due organi, a partire dal 2016, dovrebbero accorparsi, dando luogo all’Ipav, l’istituto per l’autonomia e la valutazione scolastica. Per capire i compiti del nuovo ente, la sua durata e la dotazione organica e tecnica, si sarebbe dovuto aspettare un successivo regolamento.
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Il Governo aveva previsto anche di destinare 11 milioni e mezzo di euro al sistema di valutazione, al fine di ampliare questo comparto, anche per finanziare l’autovalutazione delle scuole, sia statali che paritarie, e per consentire la valutazione esterna.
Le reazioni
Ad esprimersi sul progetto di riforma del Governo è stato il presidente del consiglio di amministrazione dell’Indire, Giovanni Biondi. Secondo quest’ultimo ci sono delle perplessità, almeno per ciò che riguarda l’obiettivo che si sarebbe dovuto raggiungere con l’accorpamento. Lo scopo sarebbe stato l’ottenimento di un più efficace funzionamento del sistema di valutazione.
Biondi ha affermato che al centro dell’attività dell’Indire ci sono la formazione degli insegnanti e il sostegno all’innovazione a scuola, soprattutto nel settore del digitale. L’Indire lavora molto con progetti europei. Secondo Biondi sarebbe difficile esprimersi sulla qualità della didattica.
Il presidente dell’Indire, infatti, fa notare che la riforma della scuola potrebbe vanificare l’equilibrio che si era creato attraverso tre pilastri importanti, rappresentati dall’Indire, dall’Invalsi e dagli ispettori del Ministero, di cui invece la bozza della riforma non parla. Secondo Biondi si verrebbero a creare delle difficoltà, specialmente per l’Indire, che riceve molti finanziamenti dall’Europa e che partecipa al progetto internazionale di ricerca.
Gli stessi lavoratori di entrambi gli istituti lamentano la mancanza di un percorso condiviso con i sindacati e questi ultimi sottolineano come accorpamento non significhi di per sé valorizzazione, a meno che non vengano descritte delle garanzie precise, per tutelare le varie professionalità.
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