La riforma delle regioni potrebbe prendere il via al più presto. Tra pochi mesi il Governo dovrà decidere riguardo ad un tema importante, che consiste nel possibile accorpamento delle regioni. La cartina geografica delle regioni italiane, come la conosciamo adesso, potrebbe essere solcata da profonde modifiche e il numero delle regioni italiane potrebbe diminuire. L’esecutivo riceverà una relazione da parte della commissione tecnica, che è stata formata per definire i dettagli della riforma, la quale coinvolgerà sia le regioni del Nord che quelle del Sud.
Il tutto rientra nell’ambito di una proposta parlamentare degli esponenti del PD Roberto Morassut e Raffaele Ranucci. L’idea, così com’è stata concepita, potrebbe essere da un certo punto di vista “rivoluzionaria”.
La nuova mappa dell’Italia
Nella nuova mappa prevista secondo la riforma delle regioni non ci sarebbero più il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria, che insieme formerebbero la Regione Alpina. Niente più Marche, Abruzzo e Molise, ma un unico grande territorio con il nome di Regione Adriatica. In generale scompariranno 8 regioni e arriveremo al numero di 12. Al Nord dovrebbe rimanere inalterata la Lombardia e oltre all’Alpina ci sarebbe il Triveneto, che nascerebbe dall’unione di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
Al Centro Italia l’Emilia e l’Appenninica, unione di Toscana, Umbria e provincia di Viterbo. Sarebbe destinato a scomparire anche il Lazio. Al suo posto verrebbe creato il distretto di Roma Capitale e le sue province meridionali andrebbero a formare, insieme alla Campania, la Regione Tirrenica. Niente più Basilicata, ma la provincia di Matera andrebbe a comporre con essa e con la Puglia il Levante. La Calabria andrebbe a far parte della Regione del Ponente. Inalterate rimarrebbero le conformazioni della Sicilia e della Sardegna.