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Mentre attendiamo novità sulla riforma pensioni 2017 segnaliamo una delle ultime notizie più interessanti a proposito del blocco della rivalutazione automatica delle pensioni. Infatti il Consiglio comunale di Torino ha approvato una mozione sul tema delle pensioni. In particolare, il documento impegna l’amministrazione comunale “a chiedere che Governo e Parlamento approvino, in breve tempo, un atto avente forza di legge che possa dare piena attuazione ad una sentenza della Corte costituzionale (70/2015)”. Vediamo di seguito in cosa consiste la mozione sulle pensioni e il blocco Fornero.
PENSIONI E RIVALUTAZIONE AUTOMATICA
La sentenza della Corte costituzionale 70/2015 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del blocco della rivalutazione automatica delle pensioni, ovvero delle pensioni eccedenti un importo tre volte superiore al minimo INPS, ovvero 1443 euro mensili lordi.
CONSEGUENZE NEGATIVE SULLE PENSIONI DOPO LA LEGGE FORNERO
Il blocco Fornero era stato introdotto, per gli anni 2012 e 2013, dal decreto Legge 201/2011. Quest’ultimo provvedimento, spiega il documento proposto da Roberto Rosso (Direzione Italia), ha escluso dalla rivalutazione pensionistica circa 5,2 milioni di persone. “La mancata rivalutazione ha inoltre avuto conseguenze negative sugli anni successivi”, si legge nel documento redatto dall’assemblea comunale.
APPROVATA LA MOZIONE SULLE PENSIONI
La mozione approvata dal Consiglio comunale di Torino impegna inoltre l’Amministrazione comunale guidata dalla sindaca pentastellata Chiara Appendino ad adoperarsi per informare i cittadini interessati dal blocco pensionistico del 2011 – che lo ripetiamo, è conosciuto come “blocco Fornero” – di interrompere la prescrizione dei loro diritti, salvaguardando la possibilità del cittadino di un’azione diretta o tramite legali, associazioni o patronati.
UNA NUOVA LEGGE DI RIFORMA DELLE PENSIONI
Per rimettere le cose a posto in favore dei lavoratori c’è bisogno di una nuova legge di riforma delle pensioni, ma prima che venga attuata si attende che Torino chieda a Governo e Parlamento l’approvazione in breve tempo di un atto avente forza di legge che possa dare piena attuazione alla sentenza della Corte costituzionale 70/2015 con cui i giudici della Consulta hanno dichiarato incostituzionale lo stop all’adeguamento automatico dei trattamenti previdenziali eccedenti un importo pari a 3 volte superiore al minimo fissato dall’Istituto nazionale per la previdenza sociale, cioè 1.443 euro lordi al mese.
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