Pensioni, ultima ora di oggi: Landini lancia la mobilitazione dopo l’estate. Maurizio Landini, ex segretario Fiom, è intervenuto nel dibattito sull’aumento dell’età pensionabile spiegando il suo progetto di mobilitazione nazionale da attuare nel caso in cui il governo non sciolga in breve tempo il nodo dell’accesso alle pensioni: “Come organizzazioni sindacali stiamo chiedendo al governo di abbassare l’età pensionabile e rendere flessibile l’uscita. Siamo il Paese che ha l’età pensionabile più alta d’Europa e, se non si interviene, con questo meccanismo dell’aspettativa di vita, nel 2019 si allunga di altri 5-6 mesi. In più bisogna introdurre il concetto che non puoi fare regole uguali per lavori che sono diseguali”.
REQUISITI PER LA PENSIONE, CAMBIERANNO I CRITERI?
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un video forum con Repubblica ha ammesso che nel modificare i criteri di accesso alla pensione “doveva esserci più gradualità”. La riforma Fornero, ha ricordato Poletti, “ha innalzato seccamente, di 5 anni, l’età del pensionamento”. “Considero sbagliate” le politiche di austerità della legge Fornero, ha rivendicato il ministro del Lavoro, aggiungendo di esser stato “di sinistra in passato e di continuare ad esserlo”, e rimandando a settembre ogni tipo di confronto sull’innalzamento dell’età pensionabile.
APE VOLONTARIA, RIMANDATA A SETTEMBRE
Poletti ha poi parlato anche di Ape volontaria, il meccanismo per l’anticipo della pensione che coinvolge aziende ma anche banche e assicurazioni. I decreti attuativi dello strumento sono in sospeso, e saranno probabilmente a disposizione di chi vuole e può uscire dal mercato del lavoro “i primi giorni di settembre”.
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A SETTEMBRE IL PUNTO SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI
E sempre a settembre Maurizio Landini ha intenzione di ”inasprire” il confronto con il governo, lanciando fin d’ora l’appello alla protesta. L’intervento fatto dal governo Monti aveva logiche economiche ”e i disastri li stiamo vedendo”, ha aggiunto Landini. ”Io penso che a settembre, se non si apre una fase nuova sulle pensioni, se non c’è un cambiamento, c’è bisogno anche di una mobilitazione che modifichi questo quadro, sia per la pensione ai giovani sia per dare la possibilità a chi fa lavori davvero pesanti di poter andare in pensione”. E questo vuol dire anche liberare posti di lavoro.
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PENSIONI IN ITALIA PIU’ TASSATE CHE NEL RESTO D’EUROPA
Inoltre, altro dato che fa riflettere è che le pensioni italiane sono le più tassate d’Europa, ricorda Domenico Proietti, segretario confederale della Uil ribadendo che “Nel nostro Paese, infatti, la tassazione è mediamente del 21%, mentre nel resto d’Europa è al 14%. A questo va anche aggiunto che dal 2012 il blocco della rivalutazione delle pensioni ha reso ancora più difficile la vita a tanti pensionati che hanno visto ridotto il proprio potere d’acquisto”.
Proietti conclude commentando l’audizione del presidente dell’Inps, Tito Boeri sulle pensioni pagate all’estero: “Bisogna interrogarsi sulle cause che portano alcuni pensionati italiani, che sono comunque un’esigua minoranza, ad andare all’estero. Sulle pensioni italiane grava la tassazione più alta d’Europa”. La riforma delle pensioni è sempre più necessaria.