Si avvicinano le feste di Natale anche per la politica nostrana e i tempi decisionali si allungano, come se già fosse vacanza. Almeno è quello che viene in mente scorrendo la lista delle riforme ferme in Senato, elencate da La Stampa: otto proposte che governo e Parlamento ha messo in cantiere ma che ristagnano tra gli scranni di Palazzo Madama. Complice una situazione internazionale sempre più difficile, con le stragi di Parigi prima e la Conferenza sul clima ora, i senatori hanno rallentato i ritmi. Non è però solo un problema di circostanze: in molti casi è la battaglia politica in corso tra la maggioranza di governo a frenare l’iter.
Il caso più emblematico è la riforma sulle unioni civili, il ddl Cirinnà. Matteo Renzi aveva dichiarato di voler chiudere la pratica entro fine anno, ma i tempi si fanno molto più lunghi. Il testo è stato incardinato in Aula, ma sulla discussione e l’eventuale approvazione non si hanno date certe e lo slittamento al 2016 è sempre più vicino. In questo caso è la polemica tra PD e NCD a mettersi di traverso: il partito di Angelino Alfano si è detto contrario alla “velocità” chiesta dalla senatrice dem e ora starebbe usando la legge di Stabilità come arma di scambio.
Al momento, infatti, le discussioni vertono sui rifinanziamenti delle missioni militari, in calendario per il 17 dicembre, ma ci sono molti provvedimenti che attendono l’ok e che riguardano le risorse da mettere in campo. Per non creare ulteriori problemi, si è scelta la strada della mediazione: nonostante la Commissione abbia già chiuso i lavori, senatori dei due partiti sono in contatto per allentare le tensioni e arrivare in Aula con un clima più disteso (e un testo che sia più facile da far approvare).
Le cose si fanno più complicate per le altre riforme, ferme in Senato da tempo. La legge sul reato di omofobia è ferma in Commissione Giustizia dal settembre 2013; lo ius soli è stato votato alla Camera a ottobre 2015, è arrivato in Commissione Affari Costituzionali e non si è più mosso; il reato di tortura, approvato a Montecitorio ad aprile, è fermo in Commissione Giustizia da luglio; il testo sull’identità biologica attende la calendarizzazione da giugno 2015; la riforma del Terzo Settore, approvato alla Camera ad aprile, è in Commissione Affari Costituzionali da settembre; la modifica della prescrizione, votato a Montecitorio a marzo 2015, langue in Commissione giustizia da aprile: la riforma della Rai, unica forse a essere calendarizzata prima di Natale, è tornata in Commissione a novembre.
Sono tutti temi sensibili, intorno ai quali si è scatenata la battaglia politica negli ultimi mesi, ma che aspettano da troppo tempo una riforma. Sarebbe un bel regalo di Natale per il Paese se si sbloccassero.
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