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I risultati delle autopsie svolte sui corpi delle vittime dell’hotel Rigopiano di Farindola sono arrivati. Per quasi tutti i 29 morti ci sarebbe stata una fine immediata, sotto le tonnellate di neve e detriti piombati addosso al resort. Secondo i medici legali, quasi tutti sarebbero morti sul colpo, o comunque in un brevissimo lasso di tempo. Le cause sarebbero da ricondurre a traumi, schiacciamento e asfissia. I medici legali hanno 60 giorni di tempo per consegnare i documenti ufficiali con tutti i risultati delle autopsie.
Secondo i medici legali delle Asl di Pescara e Chieti, Ildo Polidoro e Cristian D’Ovidio, la maggior parte delle vittime avrebbe prima perso conoscenza e poi sarebbe deceduta in poco tempo a causa dal peso delle macerie e dai traumi subiti. Infatti anche secondo quanto hanno riferito i soccorritori, i corpi delle vittime sono stati trovati quasi tutti con evidenti danneggiamenti dovuti alla furia della valanga, che ha trascinato detriti addosso alle vittime in modo violento, ”con una forza inaudita”.
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Ma per alcuni è chiaro che il decesso è stato causato dall’assideramento. Come ha riferito il medico legale di parte Domenico Angelucci di Chieti: Gabriele D’Angelo e Alessandro Giancaterino, cameriere e responsabile di sala dell’hotel, dunque, sarebbero morti esclusivamente per assideramento.
Il procuratore Cristina Tedeschini ha pure spiegato: “I risultati dei primi 6 accertamenti autoptici che sono stati acquisti dimostrano dinamiche di decesso diverse l’una dall’altra. In alcuni casi, ci sono state morti immediate per schiacciamento, in altri casi ci sono stati decessi meno immediati con concorrenza di cause: schiacciamento, ipotermia e asfissia. Non ci sono casi in cui la causa esclusiva è l’ipotermia”. Ciò starebbe a significare che il ritardo nei soccorsi (che in base agli accertamenti eseguiti dalla squadra mobile di Pescara è stato di circa un’ora e 50 minuti) non avrebbe avuto nessuna conseguenza sui decessi.
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Intanto l’area del disastro è stata posta sotto sequestro per le indagini e tre consulenti della procura (due ingegneri del Politecnico di Torino e un geologo proveniente da Trento) sono al lavoro per ricostruire cosa è successo quel giorno, quel 18 gennaio: il sisma, la dinamica della valanga, i mancati avvisi del rischio valanga, eventuali ritardi nei soccorsi. A tal proposito sono stati anche sequestrati tutti i cellulari delle vittime, che sono al vaglio degli esperti che esamineranno tutto il loro contenuto (sms, chat, video) alla ricerca di prove ed elementi che possano fare luce sulle loro ultime ore di vita.
Intorno alle 17 del 18 gennaio, al momento dello staccamento della valanga dalla montagna, gli ospiti dell’albergo che si trovavano nella hall, vicino al bar e nelle cucine, sono stati trascinati dalla furia della slavina: proprio in quello che restava di questi luoghi si sono contate 27 vittime. 17 erano a ridosso della hall, il posto che sembrava il più sicuro di tutti dopo le scosse di terremoto della mattina. Le ultime due vittime erano nella sala del camino, la stessa nella quale sono state trovate vive altre 4 persone, salvate la mattina del 21 gennaio.
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