L’apertura della Cassazione alla scarcerazione del boss mafioso Totò Riina, tra gli altri, ha indignato Rita Dalla Chiesa. Non una qualunque: la conduttrice televisiva è infatti la figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso da Cosa Nostra il 3 settembre del 1982.
Insieme al generale Dalla Chiesa furono uccisi la moglie Emanuela Setti Carraro e l’autista e agente della scorta Domenico Russo. Rita Dalla Chiesa non può quindi digerire la decisione della Cassazione, che ha affermato «l’esistenza di un diritto di morire dignitosamente» anche per Riina.
Questo il suo sfogo, amaro, ai microfoni del Tg4: «Penso che mio padre una morte dignitosa non l’ha avuta, l’hanno ammazzato lasciando lui, la moglie e Domenico Russo in macchina senza neanche un lenzuolo per coprirli. Quindi di dignitoso, purtroppo, nella morte di mio padre non c’è stato niente». E poi: «Sto insegnando a mio nipote ad avere fiducia nella giustizia e nella legalità, lo porto sempre in mezzo ai carabinieri. Portandolo in mezzo ai carabinieri faccio quello che avrebbe fatto mio padre. Per quanto riguarda invece la fiducia nella giustizia, forse sto sbagliando tutto, sto sbagliando tutto».
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