E’ a rischio la rimborsabilità di 1500 farmaci nel nostro Paese. A lanciare l’allarme è la Federazione dei medici di medicina generale, che ha posto l’attenzione su una determina dell’Aifa che potrebbe consentire alle regioni di ridurre le spese comprando all’asta dei medicinali equivalenti terapeuticamente per trattare alcune patologie, come l’ipertensione e la depressione. Al momento la decisione in questione è sospesa per un tempo corrispondente a 90 giorni, in modo da controllare eventuali criticità, ma, se tutto dovesse essere confermato, si tratterebbe, secondo la Fimmg, di un vero e proprio danno per i pazienti.
Secondo la Federazione dei medici di medicina generale, queste aste che le regioni possono bandire per l’acquisto di farmaci “terapeuticamente equivalenti” avranno come conseguenza l’annullamento della rimborsabilità di 1500 medicinali, che rischierebbero quindi di diventare a carico dei pazienti, se questi ultimi non dovessero decidere di utilizzare un altro farmaco, teoricamente “equivalente”, ma basato su differenti principi attivi.
Il problema, secondo la Fimmg, è proprio questo: non si tratta di farmaci basati sullo stesso principio attivo, ma di medicinali “con profilo rischio-beneficio sovrapponibile”, quindi eventualmente anche con principi attivi diversi. Per i pazienti, quindi, questo si potrebbe tradurre anche in un cambio di terapia.
La determina 458 dell’Aifa, infatti, permetterebbe di acquistare i medicinali che si trovano nella classificazione “ATC di quarto livello” al miglior prezzo. In questo gruppo possiamo trovare, ad esempio, farmaci contro l’ipertensione o gli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina. In pratica resterebbe mutuabile solo il farmaco che sarà battuto all’asta al prezzo più basso, mentre tutti quelli definiti ad equivalenza terapeutica saranno a carico totale dei pazienti, anche gli esenti.