Nuova decisione dal Governo Meloni, stavolta in ambito medico.
Con il decreto legge in cui vengono introdotte disposizioni urgenti in materia di procedure di ripiano, è stata inserita la proroga al 30 Aprile per il pagamento dei rimborsi che le aziende produttrici di dispositivi medici devono versare nei confronti delle Regioni.
Martedì sera ha avuto luogo il Consiglio dei Ministri durante il quale il governo ha deciso di prorogare i tempi stabiliti precedentemente per i rimborsi nell’ottica del payback.
Nello specifico stiamo parlando di quel meccanismo, alquanto controverso, per il quale le aziende devono rimediare in un certo senso alle previsioni sbagliate effettuate dalle regioni.
Insomma viene speso più di quanto concesso per acquistare prodotti medici, come ad esempio garze, ferri chirurgici, e le aziende si ritrovano a dover erogare un rimborso.
Si tratta di un meccanismo controverso dato che le aziende si ritrovano a pagare le pene a causa di calcoli sbagliati.
Tuttavia però le regioni, per poter portare in salvo i propri conti, devono agire per forza in questo modo.
È ormai tanto tempo che esiste il meccanismo del payback, anche se era rimasto fermo da un po’.
Tra le tante modifiche che ha deciso di apportare Giorgia Meloni, sono state messe le mani anche sul decreto payback.
Questo sistema di tassazione era stato pensato otto anni fa, ma non era mai stato messo in pratica. Ad oggi ha trovato il proprio inserimento all’interno del decreto legge Aiuti bis.
Insomma, dato che tutte le regioni hanno bisogno di rimettersi in sesto dopo l’emergenza causata dal covid, è stata messa in atto una misura per poter risanare tutto il sistema sanitario del nostro Paese.
Prima dell’approvazione di questa nuova misura, diversi esponenti del Servizio Sanitario Nazionale hanno dato il proprio parere in merito, considerando il decreto Payback un’enorme ingiustizia per le aziende.
In particolar modo è intervenuto Bogetti spiegando il perché questa misura, secondo il suo parere, sia fin troppo penalizzante.
“È inaccettabile che il Governo non capisca l’impatto di un tale sistema sull’industria della salute e non comprenda le dinamiche e le conseguenze di questo provvedimento. Perseverare nel mantenimento dei tetti di spesa e di meccanismi quali il payback e le gare al ribasso significa contribuire a rendere l’Italia un Paese sempre meno appetibile per investimenti nazionali ed esteri, quando invece abbiamo bisogno di far tornare in Italia produzione e ricerca.”
Il Chirurgo Plastico Estetico continua affermando che creare un reshoring, soprattutto se si parla di dispositivi medici, si traduce nell’investire in un settore capace di proteggere il Paese nel momento in cui si trova dinanzi ad altre emergenze sanitarie.
Tutto ciò vuol dire anche, sempre secondo Bogetti, di far espandere un tessuto industriale in un campo che oggi è uno dei più floridi.
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