Un uomo di 55 anni di Rimini è stato arrestato grazie alla segnalazione del padre, esasperato dalla sua attività di spaccio.
Ora l’uomo si trova ai domiciliari, dopo che una perquisizione nella sua auto ah portato al ritrovamento di diverse confezioni di droga pronte per la vendita e l’autoconsumo.
È una storia di coraggio quella che ci arriva da Rimini, dove un uomo è riuscito finalmente a fermare il figlio spacciatore, denunciandolo lui stesso alla Polizia locale.
Il 55enne era solito vendere la droga proprio sotto la sua abitazione e ovviamente ne faceva anche autoconsumo. La situazione era diventata insostenibile per l’anziano genitore, che ha deciso di mettere un punto chiamando lui stesso le forze dell’ordine.
Gli agenti hanno raccolto la sua segnalazione e sono giunti subito sul luogo indicato, dove hanno potuto constatare l’attività dell’uomo cogliendolo in flagrante e accertando la vendita di stupefacenti a due persone.
Secondo la ricostruzione, l’uomo dava appuntamento ai clienti nella sua auto, parcheggiata in strada sotto casa, dove avveniva lo scambio. Tutto ciò andava avanti da molto tempo e il padre era davvero esasperato e voleva a tutti i costi porre fine allo spaccio ma soprattutto aiutare suo figlio a disintossicarsi.
Dopo aver ricevuto la chiamata disperata del padre dopo l’ennesimo incontro del 55enne con alcuni clienti, gli agenti si sono recati sul luogo segnalato ed effettivamente hanno visto l’uomo intento a spacciare.
Con l’aiuto del cane antidroga Jago, hanno ritrovato e sequestrato durante la perquisizione nel mezzo, 129 grammi di eroina contenuta in un involucro di plastica riposto nel portaoggetti dell’auto.
Non è stata resa nota l’identità dello spacciatore, si sa solo che non è un volto noto alle forze dell’ordine, infatti nel suo passato ci sono precedenti per rapina e reati legati agli stupefacenti.
Il giudice ha convalidato il fermo e ha deciso che il 55enne, processato per direttissima, dovrà scontare un periodo di arresti domiciliari, in cui la zona verrà pattugliata dalla polizia per controllare la presenza di eventuali clienti che possano tornare da lui.
Il padre ha raccontato disperato agli inquirenti che erano anni che cercava di riportare il figlio sulla retta via ma in nessun modo era riuscito a farlo smettere, anzi alcune volte aveva anche dimostrato comportamenti aggressivi nei suoi confronti.
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