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La nomina di Federica Mogherini in Europa apre un nuovo capitolo del governo di Matteo Renzi che deve indicare chi andrà agli Esteri. Quello che però ha in mente il premier non è tanto una semplice sostituzione, ma una sorta di mini-rimpasto dell’esecutivo o, come spiegato dallo stesso Renzi, una “rimescolata al puzzle”. Da una parte la volontà del Presidente del Consiglio di rimettere mano alla squadra di governo soprattutto per avere un ministero ritenuto fondamentale, quello dell’Istruzione. Dall’altra la possibilità per Angelino Alfano di sedere su una poltrona importante come gli Esteri e cedere gli Interni, da assegnare a un fedelissimo come Graziano Delrio. Al centro, la presentazione della nuova agenda dei “mille giorni” che Renzi si appresta a svelare, con i temi delle riforme che dovrebbero partire a breve.
Il piano delle riforme vedrà un rallentamento dell’azione riformatrice rispetto alle intenzioni di Renzi che, fin dall’inizio del suo mandato, sperava di portare a casa una riforma al mese. I tempi dell’azione politica sono diversi e molte delle cose sono ancora da fare: in più c’è da considerare l’Europa che guarda costantemente all’Italia e al piano di riforme promesse. Meglio allora dare l’idea di una pianificazione attenta e precisa, anche se più lenta, in modo da rassicurare i partner europei sulla strada intrapresa.
L’attenzione ora è concentrata più sui nomi che sulle riforme. Il posto vacante alla Farnesina dà al premier l’occasione di rimettere mano alla squadra di governo. Se il Quirinale preferirebbe una semplice sostituzione, con tutti i ministri al loro posto, Renzi punta a cambiare qualcosa ma non troppo, per evitare un nuovo passaggio alle Camere per la fiducia.
Al centro del nuovo “puzzle” renziano c’è Angelino Alfano, a cui vorrebbe dare gli Esteri, passando gli Interni a Delrio. Altro passaggio ipotizzato sarebbe quello di Roberta Pinotti dalla Difesa al posto che fu della Mogherini, con sempre Alfano a sostituirla. Il leader del NCD, secondo Repubblica, potrebbe cedere alle richieste di Renzi, e lasciare il Viminale, pur dopo aver ottenuto grandi aperture dell’Europa sulla questione sbarchi, con l’allargamento di Frontex Plus. È però solo il primo passo di un lungo percorso di una situazione che rimane emergenziale e che potrebbe mantenere alta la tensione al Viminale: Alfano quindi potrebbe cambiare ruolo all’interno del governo con un ruolo dello stesso livello.
Agli Esteri, il favorito sarebbe il viceministro del PD Lapo Pistelli: circolano anche i nomi di Marina Sereni, vicepresidente della Camera, ed Elisabetta Belloni, direttrice del personale alla Farnesina, mentre rimarrebbe fuori Andrea Guerra, ex ad di Luxottica, vicino a Renzi ma che già disse di no all’epoca della formazione del governo.
Altra posizione che traballa è quella della ministra Stefania Giannini. Renzi ha ricordato ai suoi che il progetto scuola è “fondativo” per l’azione del governo. In tutti i suoi discorsi pubblici il premier ha ribadito l’importanza della formazione, all’interno del PD è ormai considerato un dato di fatto, sottolineato anche nell’ultima riunione con i parlamentari sul tema scuola.
Al Miur ci vorrebbe un ministro democratico, anche perché la Giannini rappresenta una formazione uscita sconfitta dalle Europee come Scelta Civica. Il balletto dei nomi, a partire dalla Farnesina, è iniziato: le operazioni di Renzi per il rimpasto-puzzle sono iniziate ma con cautela perché ritornare a votare la fiducia di un nuovo governo sarebbe una frenata anche per il piano dei mille giorni.
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