Il sorpasso è avvenuto: le energie rinnovabili battono il carbone, come certifica l’ultimo rapporto dell’International Energy Agency, che documenta l’inizio di un cambio di passo probabilmente irreversibile. Le rinnovabili 2016 che avanzano nel mondo segnano il declino dei combustibili fossili inquinanti, e se al momento la faccenda riguarda la potenza elettrica installata, entro dieci anni, sostengono gli esperti del settore, il sorpasso delle fonti pulite sarà definitivo anche dalla prospettiva della produzione di energia.
Mentre molti Paesi stanno approvando politiche a favore della chiusura delle centrali a carbone, le fonti rinnovabili hanno proseguito in questi anni il loro lento ma inarrestabile processo di modernizzazione, in nome dell’efficienza energetica unita ad una cultura green sempre più ineludibile: il report della Iea ci dice che nel 2015 globalmente il totale della potenza elettrica installata da fonti rinnovabili ha superato quello delle centrali a carbone, ma siccome il numero di ore di funzionamento di un impianto solare oppure eolico è inferiore a quello di una centrale che sfrutta i combustibili fossili, ad oggi resta ancora una differenza nella produzione di elettricità. Le rinnovabili sono al 40 per cento in meno, garantendo il 23 per cento della domanda energetica contro il 39 del carbone, ma entro il 2021 il differenziale sarà dimezzato, per poi avere un sorpasso competo nel corso del prossimo decennio.
Le energie rinnovabili sono il vessillo di un futuro sostenibile che è già presente, trascinato soprattutto dall’eolico, con 66 nuovi gigawatt impiantati, e dall’eolico con 49 nuovi gigawatt, per una crescita complessiva annuale del 15 per cento accertato dal report Iea. Stati Uniti, Cina, India e Messico sono l’avamposto dei Paesi virtuosi che spingono il mercato nella direzione auspicata, generando tra l’altro anche milioni di nuovi posti di lavoro oltre che aiutare l’ambiente a combattere l’inquinamento senza consumare le risorse naturali.
Nel 2021, secondo il rapporto, si avrà una produzione elettrica da rinnovabili pari all’attuale consumo di Stati Uniti e Ue messi insieme, e vedrà sempre più Paesi virtuosi che guadagneranno posizioni di mercato e posti di lavoro, senza più bisogno di incentivi al settore, ed altre nazioni che arretreranno e arrancheranno rimanendo fermi in posizioni obsolete, fino a quando anche loro passeranno all’energia pulita. E l’Italia? A lungo è stata in prima fila tra coloro che hanno dato un impulso alle rinnovabili, poi sono state adottate politiche confusionarie che hanno destabilizzato il settore, frenandone le potenzialità di crescita: ma si è ancora in tempo per rimediare, e rimettersi sulla carreggiata che porta verso un futuro senza più combustibili inquinanti come il carbone.
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