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Un rinoceronte morto a Milano, in piazza Cadorna. Così i passanti hanno visto quello che apparentemente sembrava essere un animale vero. Era disteso a terra, con una ferita sul muso, ed era ricoperto da un lenzuolo bianco. Si trattava in realtà di un modellino di rinoceronte a grandezza naturale, che era stato posto di fronte alla stazione, a pochi passi dal Castello Sforzesco. La situazione suscitava una certa impressione, fino a che ci si accorgeva che si trattava di una “scena finta”.
L’effetto, comunque, è stato ottenuto, perché l’intenzione di chi ha ideato il tutto, il WWF, è stata quella di portare avanti una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle terribili stragi di questi animali che avvengono in Africa e in Asia. La ferita sul muso sta a spiegare in maniera diretta come brutalmente avviene la carneficina di questi animali, che vengono uccisi, perché la medicina popolare ne utilizza alcune parti, che si ritiene abbiano degli effetti miracolosi. In alcuni casi si crede che si possano riscontrare dei poteri afrodisiaci. Oppure i bracconieri non fanno altro che impadronirsi delle corna, per ricavarne l’avorio, che poi viene rivenduto a caro prezzo in lussuosi e prestigiosi negozi. La stessa fine tocca agli elefanti e sempre per lo stesso scopo: guadagnare quanto più denaro sia possibile.
Il WWF ha inteso portare avanti un’opera di attenzione sulla questione, sul massacro a cui vengono sottoposti i rinoceronti e su tutto il mercato che ne è alla base. L’opera di sensibilizzazione ha assunto toni piuttosto forti, ma gli animalisti sono convinti che soltanto in questo modo si possa portare avanti una battaglia decisiva, per risolvere la situazione già piuttosto precaria. Attorno al modellino di animale ferito era posto uno striscione, che riportava l’hashtag #chièstato. L’obiettivo è stato quello di indurre alla riflessione: se ci pensiamo, tutti noi siamo responsabili dell’uccisione dei rinoceronti e degli elefanti in Africa e in Asia. Se fossimo meno superstiziosi, se sapessimo rinunciare agli oggetti di lusso, se tutti insieme boicottassimo questo mercato che provoca la morte delle povere bestioline, forse potremmo fare qualcosa di veramente concreto per aiutare quelli che non sono altro che esseri viventi, che meriterebbero di poter essere salvati.