Pietro, 13 anni, ha scelto spontaneamente di rinunciare al suo regalo di Natale e devolvere i soldi che gli avrebbero dato i suoi genitori alle volontarie di Amref. Quello che lascia di stucco è la reazione di molti utenti di Facebook, che anziché lodarlo, lo hanno letteralmente insultato.
Studente della seconda B delle medie Contardo Ferrini di Broni (Pavia), Pietro, quest’anno, ha scelto di utilizzare i 150 euro destinati alla sua nuova canna da pesca, per aiutare i bambini dell’Africa. Non è nemmeno la prima volta che il 13enne fa una scelta del genere: anche lo scorso anno aveva contribuito ad alcuni progetti Amref, utilizzando parte dei soldi delle sue paghette. Inoltre, proprio in questo periodo, sta promuovendo una raccolta fondi a scuola, per acquistare materiale da disegno per un nuovo compagno arrivato dal Camerun.
La sua spiccata generosità nasce, non solo dalla famiglia, ma anche da un meraviglioso progetto che Amref ha portato in oltre 70 scuole italiane. Si tratta di un lavoro di gemellaggio tra gli istituti del Bel Paese e quelli africani.
Come ha spiegato Alessandra Panzera, referente di Amref per le iniziative nelle scuole, l’obiettivo primo è quello di educare alla cittadinanza mondiale.
A proposito del progetto, la mamma di Pietro, Giusy ha raccontato:
‘In quinta elementare Pietro ha partecipato a un progetto che prevedeva lo scambio di disegni con alcune scuole del distretto di Malindi, in Kenya. Lui ha disegnato la sua casa e la sua cameretta, e gli è arrivato il disegno di una capanna. Ne è rimasto toccato, ha voluto parlare delle difficoltà, della situazione in cui vivono bambini meno fortunati di lui. In particolare lo ha colpito l’importanza dell’acqua e adesso se qualcuno a casa lascia un rubinetto aperto corre a chiuderlo’.
Purtroppo però, non tutti hanno saputo apprezzare il gesto di Pietro, ‘bello in un periodo di razzismo e di violenanza’ come lo ha definito la madre, sul suo profilo Facebook si è abbattuta una pioggia di commento negativi.
Alcuni hanno tuonato: ‘Prima vanno aiutato gli italiani’; altri hanno sparato a zero sulle onlus: ‘I contributi si perdono in pubblicità e spese di gestione’; altri ancora hanno addirittura tirato in ballo la famiglia: ‘Sicuramente hai genitori del Pd’.
Giusy non ha accettato tanto clamore negativo nei confronti di un gesto che potrebbe rappresentare una bella storia da raccontare a Natale:
‘Quello che mi piacerebbe far capire è che mio figlio non ha fatto questo per far parlare di sé, ma perché coinvolto emotivamente dalle vostre iniziative e dalle due splendide volontarie’.
E poi aggiunge:
‘Se mio figlio avesse preso a cuore la causa dell’Enpa, con la sua paghetta avrebbe comperato crocchette per i cani. Il suo gesto mi riempie di orgoglio’.
Infine, alla domanda del Corriere della Sera, se pensa che suo figlio da grande si occuperà di volontariato, la madre ha risposto:
‘Lo ha già detto più volte: Mi piacerebbe un domani lavorare in Africa. Vedremo. Saremo felici se troverà e percorrerà la sua strada’.