È stata rinviata a domani l’ultima udienza che manca nel processo che si sta tenendo in Pakistan per l’estradizione di Shabbar Abbas.
Si tratta del secondo rinvio e stavolta il suo avvocato difensore non si è presentato in aula.
Sembra interminabile il processo per Shabbar Abbas, che ha lo scopo di estradarlo dal Pakistan e riportarlo in Italia per essere assicurato alla giustizia italiana per l’omicidio della figlia nel 2021.
I resti della ragazza sono stati trovati a novembre dopo la confessione di una delle persone coinvolte ma mentre questi familiari sono già dietro le sbarre, Shabbar è stato bloccato a Punjab, in Pakistan, mentre la madre Nazia è ancora introvabile.
Sebbene le forze dell’ordine del Pakistan lo abbiano arrestato, sono già due volte che l’udienza viene rimandata. Dieci giorni fa l’assenza di un funzionario investigativo l’aveva annullata e oggi, giorno in cui era prevista, è stata di nuovo rimandata per la mancanza di avvocato.
Il nuovo appuntamento è fissato per domani alle 14,30, salvo altri imprevisti, mentre continuano le ricerche di Nazia, sulla quale Shabbar dice di non sapere nulla.
Per quanto riguarda il processo italiano, è previsto per il 10 febbraio e vedrà 5 imputati, oltre ai genitori infatti ci saranno i cugini Nomanoulaq Nomanoulaq e Ikram, inoltre ovviamente lo zio Danish che l’ha materialmente strangolata.
Fondamentale sarà la presenza in aula del padre. Per questo i riflettori sono puntati su Islamabad, dove domani potrebbe esserne decisa l’estradizione che lo porterà davanti al giudice della Corte d’Assise di Reggio Emilia.
Shabbar Abbas, padre di Saman, è uno dei responsabili diretti dell’omicidio della figlia perché aveva rifiutato un matrimonio combinato. L’arcaica mentalità di quello che più che una famiglia è stato definito un clan, non riusciva a sopportare la vergogna come conseguenza di questo gesto impensabile.
Così, per porre fine ai comportamenti di una ragazza che voleva avere solo una vita normale, Shabbar e altri familiari hanno escogitato un piano diabolico che prevedeva non solo di toglierle la vita ma anche di occultare il cadavere.
Insieme alla moglie Nazia, ancora latitante, Shabbar è stato il primo a lasciare l’Italia, ancor prima che tutti scoprissero che la ragazza non era solo scomparsa ma era stata assassinata.
Dopo l’arresto dello zio Danish e dei cugini, le forze dell’ordine hanno iniziato a cercare il cadavere ovunque, concentrandosi intorno alle campagne che circondavano la tenuta degli Abbas ma non è stato mai trovato nulla e dopo qualche tempo le indagini sono state depistate dalle parole di uno dei cugini, che a un suo compagno di cella rivelò che Saman era state gettata nel Po.
La verità arriverà poco dopo da parte di Danish, che confesserà mosso dai sensi di colpa, che in realtà il cadavere della nipote si trova all’interno di un casolare abbandonato nei pressi dell’azienda a Novellara.
Le forze dell’ordine si sono dunque recate sul luogo indicato ed effettivamente in una cavità nel terreno è stato rinvenuto quello che l’autopsia confermerà essere davvero la salma della giovane pachistana.
Ora in molti attendono che venga fatta giustizia per la povera Saman, diventata il simbolo della lotta contro le famiglie che ancora hanno la mentalità troppo chiusa.
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