Arriva il momento dello stop ai riscaldamenti in Italia: mentre alcune regioni hanno già dovuto provvedere allo spegnimento, altre lo faranno nei prossimi giorni.
Il calendario 2022-2023 dello spegnimento dei riscaldamenti zona per zona, è stato pubblicato. Vediamo cosa succederà nelle varie regioni d’Italia prossimamente.
L’inverno che ci siamo appena lasciati alle spalle, è stato uno dei più difficili degli ultimi anni non tanto per le temperature rigide, ma per i costi in bolletta sempre più elevati.
Il costo della vita è diventato insostenibile per la gran parte delle famiglie che si sono ritrovate a dover affrontare una crisi economica non di poco conto a causa della guerra e dei costi sostenuti durante la pandemia. Per quanto il covid sia ormai quasi un lontano ricordo, perché i contagi sono diminuiti e la malattia non è più aggressiva come prima, gli strascichi sono rimasti.
L’inverno del 2022-2023 infatti più che freddo è stato salato. Forse anche per questo gli italiani hanno evitato di accendere i riscaldamenti qualche giorno, preferendo battere un po’ più i denti piuttosto che spendere centinaia e centinaia di euro per pagare le bollette di luce e gas.
Tra tutte le regioni, tra le ultime a provvedere allo spegnimento dei riscaldamenti c’è la Lombardia, dove i riscaldamenti sono stati accesi una settimana dopo rispetto al normale e di conseguenza si spegneranno in ritardo rispetto alle altre regioni.
A Pasqua e nel periodo precedente, le temperature sono scese di molto. Molte persone sono state costrette ad accendere il riscaldamento, cosa che dovranno evitare di fare o che stanno già evitando di fare da qualche giorno in alcune regioni.
Per chi non lo sapesse, l’Italia è divisa in tre zone. La zona A è quella della fascia climatica che coinvolge le province più calde, quindi quelle del sud e delle isole. La zona B coinvolge invece la fascia climatica calda e include Palermo, Trapani, Siracusa, Reggio Calabria, Messina, Catania, Agrigento.
La C con il clima mite interessa Napoli, Caserta, Salerno, Bari, Latina, Brindisi, Cagliari, Catanzaro, Benevento, Ragusa, Lecce, Cosenza e Taranto. Segue la zona D con Pescara, La Spezia, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Avellino, Viterbo, Pesaro, Pisa, Chieti, Matera, Foggia, Vibo Valentia e Teramo.
La zona E ha invece tutti i comuni della Lombardia, del Piemonte e dell’Emilia Romagna. Per concludere ecco la zona F con i comuni freddi Cuneo, Belluno e Trento. Queste fasce servono ad orientarsi per il riscaldamento, accensione e spegnimento.
Per cui le prime tre fasce, consentono alla popolazione di mantenere il riscaldamento acceso dalle cinque alle nove ore al giorno a partire dall’8 dicembre fino al 23 Marzo 2023. Per quanto riguarda le zone B e C lo spegnimento è segnato per il 23 marzo. Mentre per le zone D ed E il riscaldamento può essere acceso tra 11 e 13 ore.
Per la zona D lo spegnimento è fissato per il 7 Aprile, stessa cosa per la zona E. Si conclude con la zona F dove non ci sono limitazioni. Per cui i riscaldamenti potranno rimanere accesi in base alle esigenze e alle condizioni meteo. Le autorità comunali possono autorizzare l’accensione degli impianti in condizioni climatiche particolarmente severe, anche nel periodo del divieto.
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