Il riscaldamento globale mette in pericolo l’agricoltura in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Uno studio dell’Università di Stanford di recente pubblicazione sulla rivista Nature, mette in guardia sui rischi connessi ai mutamenti climatici per le coltivazioni di cui il Vecchio Continente è primatista nel mondo: in particolare sono orzo e grano ad essere seriamente minacciati, sia in termini quantitativi che qualitativi. Ovviamente i cambiamenti climatici non mettono in pericolo solo i terreni agricoli, ma la minaccia alla sicurezza alimentare, da sempre uno dei punti di forza dell’Unione Europea, viene percepita adesso come concreta e tangibile.
In particolare è il Sud del continente ad essere maggiormente esposto ai rischi, poiché il clima sta diventando più caldo e secco, le risorse d’acqua scarseggiano e le pesti si diffondono: è dunque giunto per l’Europa il momento di adattarsi ai mutamenti climatici, al caldo torrido che può sconvolgere appunto il normale ciclo di colture come il grano. In realtà è già dal 1980 che assistiamo ad una diminuzione dei raccolti a causa del progressivo aumento delle temperature, e con gli ulteriori innalzamenti previsti dagli scienziati entro il 2040, la raccolta di grano ed orzo potrebbe diminuire del 20 per cento: urge perciò intervenire al più presto. Ma cosa vuol dire adattarsi ai cambiamenti climatici? Significa studiare una serie di interventi da realizzare con le tecnologie attualmente disponibili per ridurre l’impatto del riscaldamento globale, misure che vanno dai sistemi di irrigazione all’uso di varietà colturali diverse.
Secondo lo studio dell’Università di Stanford, le potenzialità di adattamento dell’agricoltura sono molto elevate, ed intervenendo con accortezza e tempestività si potrebbe limitare di molto l’impatto negativo del clima su molte colture: proprio il mais è la coltura con il più alto potenziale d’adattamento. Federico Bertoni, direttore commerciale Monsanto Italia, spiega come ad esempio un sistema di irrigazione progettato da una società israeliana in partnership con quella che lui rappresenta si muova esattamente nella direzione indicata dagli scienziati: ‘Il miglioramento genetico unito a nuove tecniche agronomiche, principalmente legate all’utilizzo dell’acqua, permette di limitare al massimo l’impatto di condizioni climatiche che negli ultimi anni sono sempre più dure‘. Un sistema pensato appositamente per la Pianura Padana e le sue colture, che permetterebbe di risparmiare fino al 30 per cento di risorse idriche. L’acqua non è il solo problema, visto che un altro studio ha certificato come l’aumento di emissioni di CO2 abbia peggiorato la qualità di molte varietà come grano e riso, mettendo in serio pericolo la vita di milioni persone: si tratta della più elevata minaccia alla salute associata al cambiamento climatico mai dimostrata finora. Una ragione in più per muoversi verso un’agricoltura sostenibile, per preservare la vita del pianeta e di chi ci abita.
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