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Sono ormai diversi anni che si discute del riscaldamento globale, nonostante le numerose teorie controverse, rimane a tutti gli effetti uno dei più importanti problemi ambientali del nostro tempo. Secondo un nuovo rapporto pubblicato sulla rivista medica The Lancet, i cambiamenti climatici stanno già ampiamente compromettendo la salute umana su larga scala: ‘Il cambiamento climatico sta avvenendo, ed è oggi un problema di salute per milioni di persone in tutto il mondo’, ha spiegato Anthony Costello, co-presidente della commissione che ha prodotto la relazione intitolata ‘The Countdown Lancet’. E’ doveroso sottolineare che The Lancet non è una rivista indiscriminatamente pro-ambiente, è in realtà una delle testate mediche più prestigiose del mondo.
Il lavoro di The Lancet è iniziato diversi anni fa, quando a un certo punto ha deciso di istituire una commissione per tenere traccia di ciò che gli scienziati andavano via via dichiarando riguardo ai rischi per la salute umana connessi al riscaldamento globale. E’ così che è nato il primo rapporto sulle relazioni osservate tra clima e salute: il maxi studio è stato redatto da ricercatori ed esperti di 26 enti, tra università e organizzazioni mondiali come l’OMS. Ciò che è emerso da questo importante studio è che i cambiamenti climatici stanno già agendo in maniera significativa sulla salute umana, con un impatto decisamente maggiore rispetto alle aspettative.
Nella relazione sul cambiamento climatico, la commissione sostiene che ‘il riscaldamento globale causato dall’uomo minaccia di minare gli ultimi 50 anni di guadagni nella sanità pubblica’, allo stesso tempo, un approccio globale mirato alla riduzione del surriscaldamento terrestre potrebbe rivelarsi ‘la più grande opportunità in ambito sanitario del XXI secolo’. Le problematiche già esistenti a carico della salute umana e ‘ambientale’ sono così preoccupanti, che i professionisti del mondo sanitario dovrebbero farsi carico di ‘comunicare le minacce e le opportunità di un fenomeno che è centrale per il benessere umano’. Ma quali sono dunque le conseguenze del riscaldamento globale tuttora in atto? L’aspetto senza dubbio più evidente è quello delle estati torride, che fra il 2000 e il 2016 hanno sottoposto milioni di over 65 ai rischi connessi al caldo torrido come la disidratazione; le temperature eccessive, che si riscontrano principalmente nella grandi aree urbane, hanno anche ostacolato i lavori manuali all’aperto, con un conseguente calo della produttività, pari al 5,3%. Nel medesimo periodo sono aumentati del 46% anche i disastri meteorologici, rispetto alla media del periodo precedente. Non solo, il caldo eccessivo ha favorito anche lo sviluppo di numerose malattie infettive. Le alte temperature e la siccità riducono anche la produzione di grano che in caduta libera si riflette sulle persone che in Africa e Asia versano in condizioni di denutrizione: dal 2000 al 2016, sono passate da 398 a 422 milioni. Infine il caldo eccessivo è in grado di potenziare alcuni aspetti dell’inquinamento atmosferico. Analizziamo nel dettaglio i vari aspetti di questa severa trasformazione che è in atto su uomo e ambiente, a causa del surriscaldamento terrestre.
Il primo effetto tangibile del riscaldamento globale è rappresentato dalle estati bollenti. Le note ondate di calore che hanno colpito il pianeta, tra il 2000 ed il 2016, hanno alzato esponenzialmente il rischio di complicanze mediche in milioni di persone di età superiore ai 65 anni: il rapporto evidenzia un aumento di circa 125 milioni di persone, con la quota record di 175 milioni raggiunta nel 2015. I ricercatori sottolineano che l’aumento termico registrato è stato, nel medesimo periodo, di 0,9 gradi centigradi, principalmente nei luoghi a maggiore densità di popolazione.
Il riscaldamento globale ha anche un effetto di potenziamento dell’inquinamento atmosferico. Iniziano a emergere i dati sulle morti premature causate dall’inquinamento atmosferico prodotto dai trasporti e dai combustibili fossili, bruciati per creare energia e per l’uso domestico. Nel rapporto si legge che in 21 Paesi asiatici presi in esame, nel 2015, sono state registrate oltre 800 mila vittime. Inoltre, dal 1990, la percentuale di persone esposte a livelli di inquinamento oltre la soglia di normalità, è lievitata dell’11,2%.
Effetti del riscaldamento globale: incremento delle malattie infettive
Il rapporto pubblicato da The Lancet mostra come il riscaldamento globale stia avendo un forte impatto nella diffusione di patologie infettive. Le alte temperature infatti, favoriscono il proliferare di numerosi batteri e virus. Nello studio viene presa come esempio la febbre Dengue: la capacità di trasmissione di due zanzare vettore (la Aedes aegypti e la Aedes albopictus) è aumentata rispettivamente del 9,5% e dell’11,1% dagli anni ’50. Gli incrementi registrati sono stati del 3% e del 5,9% dal 1990 grazie alla presenza di condizioni climatiche più favorevoli.
Lancet nel suo rapporto sul riscaldamento globale evidenzia anche un netto incremento della piaga della denutrizione, che viene definita come ‘l’impatto maggiore dei cambiamenti climatici nel XXI secolo’. I ricercatori hanno spiegato come all’aumentare di un grado centigrado della temperatura terrestre, corrisponde un calo del 6% nella produzione globale di grano e del 10% di quelle di riso. In parole semplici, il surriscaldamento produce siccità, che comporta una diminuzione della produzione di grano e riso, che necessariamente si riflette in primis sulle popolazioni delle aree più povere del pianeta. E’ stato stabilito che il numero di persone sottonutrite in 30 Paesi esposti a cambiamenti climatici e fortemente dipendenti dalla produzione locale di cibo, è aumentato da 398 milioni nel 1990 a 422 milioni nel 2016.
Un altro grande effetto del surriscaldamento terrestre è quello della migrazione di popolazioni che non hanno altra alternativa che mettersi in fuga da un Paese, quello in cui magari hanno sempre vissuto, che improvvisamente viene travolto da devastanti eventi meteorologici. Secondo le stime indicate del rapporto, gli effetti del riscaldamento globale produrranno un miliardo di ‘rifugiati climatici’ entro il 2050, per effetto di catastrofi ambientali, carenza di cibo, siccità, inquinamento e iper-diffusione delle malattie. Di pari passo aumenteranno le percentuali di mortalità che toccheranno picchi altissimi, in particolare nelle aree più povere del mondo. Dinanzi a tali sconvolgimenti ambientali, le popolazioni si sposteranno dalla propria terra in cerca di rifugio in Paesi più sicuri. Nell’immediato futuro le migrazioni di massa per cause climatiche saranno uno dei problemi centrali a cui i Governi dovranno saper far fronte.
Nonostante gli effetti del surriscaldamento terrestre siano già ampiamente visibili sull’ambiente e sulla salute umana, secondo il rapporto pubblicato su The Lancet, una speranza per ‘salvarci’ e salvare il mondo che abitiamo, esiste. Secondo Anthony Costello, direttore dell’ufficio Salute neonatale e materna dell’Oms, è necessaria ‘un’azione urgente per tagliare le emissioni di gas serra. Il cambiamento climatico sta già accadendo ed è una questione sanitaria per milioni di persone nel mondo. Le prospettive sono impegnative, ma abbiamo ancora l’occasione per trasformare un’emergenza sanitaria nel più significativo progresso per la salute pubblica di questo secolo’.
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