Rischio di ricevere fino a 1000 euro di multa se si coltiva questa pianta: attenzione ben alta.
Una decina di agricoltori ha ricevuto delle sanzioni da 1000 euro, per via delle viti che risultavano essere malate. Ecco perché bisogna prestare molta attenzione, per chi coltiva questo tipo di pianta. L’intervento da parte della Forestale è avvenuto per la precisione a Stradella, Broni e Cigognola. Tenendo presente che gli impianti che risultano abbandonati, vanno a danneggiare quelli che invece sono stati curati.
Adeguarsi per evitare pesanti sanzioni
Quando si tratta di piante sicuramente bisogna stare molto attenti a vari pericoli e minacce che possono esistere.
Come si suol dire, è sempre preferibile agire prevenendo, per evitare poi di dover curare determinate piante.
Tra l’altro per chi non andrà ad attenersi a tali regole, sono previste delle multe particolarmente alte.
Gli agenti appartenenti alla stazione di Zavattarello del corpo forestale dello Stato, hanno provveduto a effettuare una decina di contravvenzioni. Queste ultime erano dirette a 10 coltivatori e corrispondevano esattamente a una cifra di 1000 euro ciascuna.
Ma perché questi lavoratori hanno ricevuto tali multe? Questo è avvenuto per via della flavescenza dorata. In più le sanzioni che hanno ricevuto sono soltanto l’inizio, in quanto potrebbero anche aggiungersi delle vere e proprie denunce a livello penale.
Ma vediamo per la precisione cosa significa quando si parla di flavescenza. Quest’ultima è infatti la causa delle multe che sono state eseguite a questi coltivatori. Precisamente la flavescenza corrisponde a uno di quei parassiti che risultano essere maggiormente pericolosi, per tutti coloro che si occupano della coltivazione delle viti.
Infatti tutte quelle persone che lavorano in questo specifico settore lo conoscono molto bene.
Esattamente si fa riferimento a una farfallina e alle sue larve, che inizialmente vanno ad attaccare le radici delle vigne, successivamente entrano internamente al fusto della pianta.
Cosa bisogna fare per rispettare le regole
Correlatamente a tale argomentazione, sia la legge dello Stato che quella regionale si sono espresse con chiarezza, come appunto sostiene la Forestale.
Pertanto tutti quei coltivatori che dispongono di vigneti caduti in disuso, devono attenersi alle indicazioni previste dalla legge. Dunque ciò significa che devono organizzarsi in modo tale da sradicarli completamente, seguendo quindi l’obbligo previsto in questi casi specifici.
Tutto questo è stato stabilito perché sicuramente i proprietari di questi vigneti non possono assolutamente lasciarli così come sono, aspettando un’eventuale ripresa produttiva dell’uva.
Pertanto chi non procede in questo senso, rischia di ricevere una sanzione di tipo amministrativo, equivalente a una cifra di mille euro.
Se gli agricoltori non dovessero seguire le regole neanche dopo aver avuto una multa, allora a quel punto si attiverebbe la denuncia penale.
Difatti il rischio reale è quello che il parassita possa andare a estendersi dalle vigne abbandonate, fino a quelle che invece sono ancora sane. Così da andare a incidere negativamente sulla produzione di coltivatori che non hanno alcuna colpa.
Il controllo della Forestale si è svolto in punti dove ci sono molte aziende agricole che sono fallite, nel corso di questi ultimi anni.
I proprietari dei vigneti non più utilizzabili, devono provvedere a rimuovere i filari direttamente a loro spese.
Ma come in questi casi, quando una ditta risulta fallita non ci sono le disponibilità economiche per l’esecuzione di tale lavoro.
Per quanto concerne i lavoratori che seguono le norme del caso, spesso si rivolgono al servizio fito-sanitario lombardo perché temono l’attacco di questo parassita.
L’ideale sarebbe quello di una ripresa della coltivazione dei vigneti, ma ciò non è per niente semplice da concretizzare.
Ciò in quanto per legge se un vigneto risulta deceduto, dopo 5 anni non si può ricominciare a coltivarlo. Si dovrebbero comperare delle quote nazionali di coltivazioni in altre regioni. Ma non è conveniente, considerando che in questo caso si devono pure disinfestare i vigneti dal parassita.
La prevenzione è la prima cosa
Sulla base di quanto detto sin’ora è chiaro che bisogna agire in un’ottica di prevenzione. E se qualcuno non lo capisce, ecco che può scattare una bella multa.
Come abbiamo detto poc’anzi sono state fatte diverse multe molto salate a quei coltivatori che non sembrano mettersi in regola e dunque a chi non sradica vignetti dismessi.
Inoltre chi continua a non capire la gravità della situazione e ignora la multa, può andare incontro a delle denunce penali.
Il problema di cui si è discusso riguarda la flavescenza, ovvero uno dei parassiti temuti da chi tende a coltivare l’uva che può mettere a repentaglio vigne non malate e quindi anche quella che è la produzione di altri agricoltori.
L’attenzione dunque in tal senso deve essere alta se si vogliono evitare multe da 1000 euro, cosa che è già successa a diversi agricoltori che molto probabilmente non hanno preso sul serio l’intera questione. Cosa che potrebbe non succedere più se solo si rispettassero le indicazioni date finora.