Sono trascorsi 17 anni dall’omicidio di Lisa Gabriele, la 22enne trovata morta in un bosco a Montalto Uffugo (Cosenza) il 7 ottobre del 2005.
Per il suo delitto è finito in manette un ex poliziotto, che – all’epoca dei fatti – aveva intrattenuto una relazione con la vittima, nonostante fosse sposato e avesse appena avuto un figlio. Le indagini sul caso erano state archiviate e poi riaperte nel 2018 grazie a una denuncia anonima – presumibilmente scritta da un collega dell’indagato – in cui venivano menzionati dettagli noti soltanto agli inquirenti.
Grazie alle successive intercettazioni, gli inquirenti hanno acquisito ulteriori prove a carico dell’indagato, che questa mattina è stato arrestato.
In manette il presunto assassino di Lisa Gabriele
Dopo 17 anni è stato arrestato dai Carabinieri del Comando Compagnia di Rende – Cosenza – il presunto assassino di Lisa Gabriele, la 22enne trovata morta in un bosco il 7 ottobre del 2005. In manette è finito un ex poliziotto, all’epoca dei fatti appartenente alla Sottosezione della Polizia Stradale di Cosenza.
L’ex agente è accusato anche di cessione e spaccio di marijuana. Il caso dell’omicidio di Lisa Gabriele era stato archiviato nel 2009, per poi essere riaperto nel 2018, quando in Procura era arrivata una lettera anonima contenente dettagli sulla vicenda noti soltanto agli inquirenti.
Riaperte le indagini, sono scattate le intercettazioni, gli interrogatori incrociati, escussioni di persone informate sui fatti, fino a un nuovo esame autoptico sul cadavere della vittima. Sono state quindi colmate le lacune investigative, che hanno portato verso una sola direzione: la colpevolezza dell’ex poliziotto che questa mattina è finito in manette.
Il movente del delitto
Gli inquirenti hanno quindi chiarito il movente dell’omicidio di Lisa Gabriele. La vittima e il presunto killer avevano una relazione, nonostante l’uomo fosse già impegnato in una relazione stabile e fosse da poco diventato papà. Secondo quanto scoperto in fase d’indagine, il movente dell’omicidio sarebbe da ricercare nella volontà dell’indagato di interrompere la relazione con la Gabriele, che – al contrario – non sembrava avere alcuna intenzione di mettere fine alla storia.
Negli ultimi mesi, prima di essere uccisa, la 22enne aveva iniziato a temere per la sua incolumità soprattutto a seguito di strani episodi che le erano capitati, quali danneggiamenti all’auto e la morte sospetta del suo cane, proprio una settimana prima di essere uccisa.
Il presunto killer era già stato iscritto nel registro degli indagati nell’immediatezza dei fatti, quando Lisa Gabriele venne trovata morta in un bosco a Montalto Uffago. Accanto al corpo della ragazza c’erano una bottiglia di whiskey, una scatola di psicofarmaci e una lettera d’addio. Il tutto per simulare un gesto estremo da parte della vittima.
La prima ipotesi fu quella del suicidio, ma la perizia calligrafica attestò che a scrivere quel biglietto rinvenuto accanto al cadavere non fu la Gabriele ma una terza persona, identificata ora nell’ex agente finito in manette. L’autopsia accertò inoltre che la ragazza non si era uccisa, ma era morta per soffocamento, probabilmente uccisa con un cuscino, in un luogo diverso da quello in cui era stata poi ritrovata.