Risolto dopo 20 anni il caso di Salvatore Lausi, ucciso dal clan Mazzarella

C’è stata un svolta importante nelle indagini sul caso di Salvatore Lausi, ucciso dal clan Mazzarella nel 2002.

Carabinieri
Carabinieri – Nanopress.it

L’omicidio è avvenuto a Napoli e i mandanti sono finiti in manette, si tratta di Michele e Vincenzo Mazzarella e del 39enne Salvatore Barile, ovvero l’esecutore materiale dell’omicidio avvenuto poiché Lausi era accusato di rubare soldi all’organizzazione criminale.

Risolto il caso Lausi

Ci sono voluti 20 anni di indagini, periodo in cui i vertici del clan Mazzarella, sodalizio camorristico operante in diversi quartieri nel Napoletano, sono finiti sotto il mirino delle forze dell’ordine per il delitto di Salvatore Lausi.

L’uomo è deceduto in un agguato più di 20 anni fa e in realtà già si pensava alla strada camorristica viste le modalità.

Oggi sono finite in manette diverse persone, fra cui l’esecutore materiale Salvatore Barile, incaricato di far fuori l’uomo che stava presumibilmente rubando i soldi al clan. A impartire gli ordini sono stati Michele Mazzarella di 45 anni e Vincenzo Mazzarella di 73 anni. Oltre a questi due, che hanno organizzato il colpo nei minimi dettagli, gli agenti hanno scoperto che altri coinvolti sono Ciro Giovanni Spirito e Vincenzo De Bernardo che nel frattempo però sono entrambi morti.

Non tutti quindi potranno saldare il loro conto con la giustizia, sebbene sia stata lenta ed abbia tardato ad arrivare ma che ora si è fatta incisiva con l’accertamento che questo gruppo si è macchiato di concorso in omicidio con modalità mafiose, quindi la pena sarà esemplare come sempre in questi casi.

A raggiungere questo risultato sono stati gli uomini del Nucleo investigativo di Napoli, che hanno condotto i responsabili dell’agguato nelle carceri di Secondigliano, Siracusa e Parma, su richiesta del Gip della città partenopea e della Direzione Distrettuale Antimafia che hanno guidato tutte le operazioni.

L’omicidio di Salvatore Lausi

Gli arresti dei 3 indagati, affiliati al clan Mazzarella, sono stati possibili grazie a una lunga attività di intercettazione ma fondamentale è stata anche la collaborazione con diversi pentiti che in passato hanno avuto a che fare con questo ramo della malavita, particolarmente influente nel Napoletano.

Dia
Dia – Nanopress.it

L’esecuzione in questione è stato un episodio di epurazione interna al gruppo, originata dal fatto che la vittima rubava soldi ai Mazzarella. Per loro lavorava come colui che riscuoteva i soldi delle estorsioni in diversi quartieri come Forcella, Sanità e Maddalena.

Questi soldi provenivano dai cosiddetti pizzi che venivano richiesti ai commercianti delle zone e altre attività illecite che richiedevano il pagamento di una somma di denaro, però nelle casse del clan mancavano circa 100 milioni di lire, ovvero 150mila euro odierni, e così alcune personalità di spicco hanno cominciato a sospettare di Lausi.

Lo stesso aveva inoltre legato con Giuseppe Misso, il capo e fondatore del clan omonimo che operava nel quartiere Sanità. In quel tempo era a capo di una delle maggiori associazioni a delinquere, avversarie dei Mazzarella, infatti operava nei medesimi territori.

Proprio come animali, queste persone si contendevano il territorio ma anche i soldi che potevano estorcere ai cittadini in diversi modi. In questo campo Salvatore Lausi era molto bravo ma giravano voci che volesse tornare sulla retta via e dissociarsi dai Mazzarella, forse addirittura collaborando con la giustizia.

I pentiti non vengono visti di buon occhio dalla mafia perché sanno troppe cose, affari loschi e segreti che devono rimanere tali, per questo motivo i Mazzarella già stavano covando l’idea di farlo fuori, anche perché credevano che questa mossa fosse un ‘depistaggio’ per legarsi in realtà a Misso.

Insomma il clima non era dei migliori e Lausi compieva anche diversi furti di orologi agli associati, ma sicuramente al goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ammanco di soldi dalle casse, evento che poi ha portato all’agguato.

Un cold case portato a termine a distanza di tempo, ma alcuni responsabili sono stati finalmente assicurati alla giustizia e ora sono sotto interrogatorio per capire i dettagli nascosti dell’agguato e cercare di scoprire informazioni sul gruppo mafioso.

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