Matteo Salvini ha voluto portare la sua solidarietà a Mario Cattaneo, il ristoratore di Lodi indagato per aver sparato al ladro la notte del 10 marzo. “A cena a Casaletto Lodigiano all’Osteria dei Amis del signor Mario, una brava persona aggredita di notte dai ladri nel suo locale.Ha difeso se stesso, la sua famiglia e i suoi nipotini: non merita un processo, ma comprensione e solidarietà”, si legge sulla pagina Facebook del leader della Lega Nord. “Venite a trovarlo, sono una bellissima famiglia e la cucina è fantastica. Io sto con Mario, io sto con chi si difende, sempre”, la sua conclusione. Il post è diventato virale e ha scatenato anche le reazioni del web: molti utenti si sono schierati dalla parte del ristoratore, ora indagato per omicidio volontario. L’uomo, 67 anni, titolare del bar-ristorante tabaccheria del piccolo comune nel lodigiano, si difende: “Non volevo uccidere, non sapevo neanche di aver colpito qualcuno”, ha dichiarato ai cronisti. Intanto, sono attesi i risultati dell’autopsia da cui si avranno alcune risposte per ricostruire la dinamica dei fatti.
Salvini non è stato il solo leader politico a esprimere solidarietà a Mario Cattaneo: da Milano sono venuti a trovarlo molti esponenti del centro destra, compresa una delegazione di FdL-AN capeggiata da Ignazio La Russa e Riccardo De Corato, che hanno raggiunto nei giorni scorsi l’osteria.
Tutto il paese si è schierato in difesa di Mario, “un brav’uomo”, come viene descritto da tutti, cacciatore e ottimo cuoco di selvaggina. Gli abitanti del piccolo centro del lodigiano non hanno dubbi: se ha sparato è solo per difendere se stesso e la famiglia che vive con lui al piano di sopra del locale, compresi i nipotini piccoli. A far riflettere è anche lo scarso bottino a cui avrebbero puntato i ladri: gli incassi di un’osteria di paese non sono certo cifre enormi, anche se il vero obiettivo erano le sigarette, con dimostrano alcuni pacchetti trovati addosso al cadavere della vittima.
Le indagini sono in corso e si dovrà capire l’esatta dinamica dei fatti. Il ladro è stato trovato a qualche centinaio di metri dall’osteria, senza maglietta e senza documenti, colpito alla schiena, segno che il ristoratore ha sparato mentre era in fuga.
“Quando io e mio figlio siamo riusciti ad aprire la porta sono stato afferrato da una persona che mi ha preso per il fucile, voleva disarmarmi. Io non ho mollato l’arma, lui mi ha strattonato e sono caduto a terra. Mentre cadevo è partito inavvertitamente il colpo. Era buio e non ho visto dov’è andato, non sapevo neanche di aver colpito qualcuno. L’ho scoperto dopo”, ha raccontato l’uomo ai giornalisti.
Cattaneo è indagato a piede libero ed è tornato in paese per riaprire il bar-ristorante. L’indagine dovrà chiarire molti punti oscuri: il ristoratore ha mostrato i lividi sul braccio, segno della colluttazione, ma il colpo ha raggiunto la vittima alla schiena. “Mi ha trascinato per qualche metro verso l’esterno, voleva l’arma. Non ho mollato il fucile perché sapevo che dentro c’era un altro colpo”, ha aggiunto. “Sono profondamente dispiaciuto per quello che è accaduto, credevo che fossero già in fuga”, la sua conclusione.
Con lui quella sera era sceso anche il figlio Gianluca Cattaneo, 43 anni, per tutti Luca: le due versioni non collimano del tutto e per questo la Procura indaga per omicidio volontario. “Abbiamo fiducia nella giustizia e che si risolva tutto al meglio possibile”, ha dichiarato. “Le paure ora sono tante, compresa quella di ritorsioni, non sapendo chi siano i ladri. Non dormiamo più tranquilli come prima”.
I Carabinieri sospettano che i tre rapinatori facciano parte di una banda composta da sei o sette elementi, di nazionalità rumena come la vittima, di 33 anni, attivi tra il lodigiano e il pavese dove nei giorni precedenti si sono registrati episodi simili, con piccole tabaccherie prese di mira per rubare stecche di sigarette.
La prima ricostruzione dei fatti
Tutto è accaduto a Gugnano, frazione di Casaletto Lodigiano dove tre persone hanno fatto irruzione nel bar-ristorante Amis, l’unico della città, intorno alle 3.30 del mattino del 10 marzo: il proprietario, Mario Cattaneo, dormiva al piano di sopra ed è stato svegliato dai rumori. Con lui è sceso anche il figlio, Gianluca Cattaneo, 43 anni. L’uomo, cacciatore provetto, imbracciava un fucile da caccia. Ne è nata una colluttazione durante la quale sarebbe partito il colpo che ha ferito a morte uno dei ladri, trovato senza vita 200 metri dopo il locale, in una stradina verso il cimitero, svestito e senza documenti. Secondo i Carabinieri intervenuti sul posto, non è escluso che il ladro si sarebbe allontanato sorretto dai complici e, una volta, deceduto, spogliato e abbandonato senza elementi che potessero renderlo riconoscibile.
Le prime indagini stanno confermando la ricostruzione fatta dagli uomini dell’Arma. Il proprietario, esperto cacciatore, aveva con sé le sue armi quando è sceso ad affrontare i ladri e il colpo è partito da una delle sue doppiette.
L’uomo ha riportato delle lievi ferite durante la colluttazione ed è stato ricoverato all’ospedale di Lodi in codice verde per le medicazioni del caso, venendo rilasciato subito dopo per essere sentito dai Carabinieri.
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