Rita Borioni è storica dell’arte e si definisce entusiasta della sua nomina a consigliere del cda della Rai. E’ laureata in storia comparata dell’arte dei Paesi europei. La sua tesi riguarda i modelli delle città italiane portati in Danimarca nel 1700. Ha vari impegni universitari e ha ricoperto l’incarico anche di viceresponsabile cultura del PD. Dichiara di essere stata chiamata per questo incarico direttamente attraverso una valutazione del curriculum. Rappresenta a tutti gli effetti la figura di una studiosa, di una ricercatrice, di una donna che ama la cultura.
Porterà tutte queste sue conoscenze in viale Mazzini, per svolgere quello che lei stessa definisce un lavoro da tecnico e non da politico. La Borioni, nell’intervista che ha rilasciato all’Ansa, dice di essere convinta che la Rai abbia molte potenzialità. Per esempio ha affermato che si potrebbe recuperare nella tv pubblica di Stato la tradizione del documentarismo, che, secondo lei, è stata trascurata e dimenticata. Pensa alla tv come un mezzo di industria culturale.
Dichiara di guardare in tv i programmi generalisti, i talk show politici, i programmi culturali e le serie televisive straniere. Ricorda con nostalgia quella che pensa essere una tradizione straordinaria della tv pubblica nello sceneggiato, che, a proprio parere, non ha saputo mantenere nella fiction. Ha espresso la sua ammirazione per le altre professionalità che fanno parte del consiglio di amministrazione della Rai e pensa che si potrà fare un ottimo lavoro.
“Digitale terrestre? Io mi occupo di cultura”
Molto significativa un’intervista proposta dal Messaggero proprio a Rita Borioni, che sta facendo il giro della rete. Particolare davvero è l’atteggiamento mostrato dalla consigliera anche nell’espressione delle conoscenze che ha in merito alla tv. Il giornalista Mario Ajello chiede alla Borioni quale tecnica userà per battere la concorrenza di Sky. Lei sembra perplessa al riguardo e non sembra nemmeno conoscere di quale tv nello specifico si stia parlando. Dichiara di non avere un abbonamento e di non avere neppure la parabola (“Io non ce l’ho Sky”, afferma la Borioni. Il giornalista ribatte “In che senso, scusi?” e lei “Non ho la parabola”).
“Sta dicendo che si concorre meglio contro l’avversario, non conoscendolo?”, fa notare Ajello. E lei risponde che in tempi di ristrettezze economiche per tutti non andrebbe proprio bene sostenere il costo dell’abbonamento Sky. Poi sembra ravvedersi e dichiara: “Comunque ora l’abbonamento lo farò”. Ma il paradosso dell’intervista si raggiunge quando il giornalista chiede: “E il digitale terrestre lo sa che cos’è?”. La Borioni risponde candidamente: “Io mi occupo di cultura”.
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