Il Dl Calabria, presentato dalla maggioranza, è stato ritirato in Senato: si punta, dunque, al decreto ad hoc per la proroga delle armi in Ucraina.
In Senato è stato ritirato l’emendamento, proposto dalla maggioranza, per quel che concerne il Dl Calabria. Pertanto, si propende per la realizzazione di un decreto ad hoc per quel che concerne la proroga delle armi all’Ucraina. A deciderlo, le commissioni Esteri e Difesa e Sanità. Dal Pd, arriva la voce del capogruppo Stefano Graziano, il quale ha sottolineato che tale decisione era doverosa, in quanto la vicenda ucraina non aveva nulla a che fare con le questioni legate alla sanità calabrese, né con le missioni che la NATO deve svolgere in futuro. Ecco come è stata affrontata la questione in Senato e il commento dei vari esponenti del PD.
Il Partito Democratico aveva richiesto esplicitamente il ritiro dell’emendamento sul Dl Calabria, durante una discussione sul conflitto tra Russia e Ucraina. La modifica era stata proposta da Lega e Fratelli d’Italia.
Le commissioni Esteri e Difesa e Sanità del Senato hanno, dunque, accantonato la modifica proposta dai due partiti di maggioranza, che era stata inserita in un decreto sulla sanità calabrese e sulle missioni Nato.
L’emendamento, nello specifico, effettua una proroga dell’autorizzazione alla cessione di materiali, equipaggiamenti militari e mezzi a Kiev, fino al 31 dicembre 2023.
Si punta, dunque, a intraprendere la strada che porta alla realizzazione di un decreto ad hoc. Come ha sottolineato Simona Malpezzi del PD, nel corso della conferenza dei capigruppo che si è tenuta a Palazzo Madama, il suo partito aveva chiesto “che ci fosse un provvedimento ad hoc” e che il PD è pronto a “lavorare con serietà sul tema“.
La maggioranza aveva deciso di introdurre tale emendamento nel decreto sulla sanità della Calabria e sulle missioni della NATO.
Stefano Graziano, capogruppo del PD, ha affermato che questa è stata una decisione giusta, in quanto la questione ucraina non aveva nulla a che fare con la sanità calabrese, né con le missioni che saranno svolte dalla NATO.
La questione, infatti, per il capogruppo del Partito Democratico, non deve essere gestita mediante un emendamento che non ha nulla a che vedere con la vicenda drammatica dell’Ucraina. Pertanto, dunque, le questioni in esame devono essere necessariamente scisse, in quanto non fanno parte dello stesso ambito.
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