I ghiacciai alpini continuano a sciogliersi anno dopo anno e riportano alla luce le vittime delle escursioni. Un cadavere è stato rinvenuto il 12 luglio scorso ai piedi del Cervino, le analisi del DNA hanno confermato che si tratta di un alpinista tedesco scomparso nel 1986.
Negli anni sono stati diversi i ritrovamenti similari di vittime delle escursioni o di alpinisti di cui si sono perse le tracce per anni. Lo scioglimento del ghiacciaio del Teodulo, lo scorso anno ha causato anche lo spostamento del confine tra Svizzera e Italia.
Anche quest’anno il ghiacciaio del Teodulo, che si trova ai piedi del Cervino, si è ritirato ulteriormente. Il suo scioglimento ha portato alla luce una macabra scoperta e cioè al ritrovamento dei resti umani di un alpinista tedesco che era scomparso circa 40 anni fa.
A confermare l’identità dell’uomo sono state le analisi del DNA eseguite sui resti. Era stata denunciata la scomparsa dell’uomo, che all’epoca aveva 38 anni, quando non era rientrata da un’escursione che aveva intrapreso.
Il suo cadavere è stato trovato il 12 luglio scorso da alcuni escursionisti che stavano camminando lungo il tratto del ghiacciaio del Teodulo nella località di Zermatt.
La polizia del Canton Vallese ha rilasciato un comunicato ufficiale in cui ha confermato che le analisi del DNA eseguite sui resti hanno permesso di identificare l’uomo, che era, appunto, un alpinista tedesco scomparso nel 1986.
La polizia però non ha fornito ulteriori informazioni sulla sua identità o su come sia morto, ha diffuso alcune immagini in cui si può vedere l’attrezzatura che affiora dalle neve, tra cui anche uno scarpone con dei lacci rossi e dei vecchi ramponi.
Il ghiacciaio del Teodulo, come gran parte dei ghiacciai alpini, si sta ritirando anno dopo anno e secondo gli esperti ad oggi è un quarto dell’estensione che presentava nel 1973.
Il suo scioglimento porta diversi problemi, lo scorso anno ad esempio provocò lo spostamento del confine tra Italia e Svizzera, che in questo punto è situato vicino allo spartiacque, ossia il punto in cui l’acqua di fusione scende tra un Paese o l’altro.
Lo scioglimento ha inevitabilmente inciso sulla morfologia del crinale andando di conseguenza a causare uno spostamento dello spartiacque e quindi alla ridefinizione dei confini tra le due nazioni.
Questi frequenti scioglimenti di ghiacciai causano da tempo ritrovamenti come quello avvenuto pochi giorni fa a Zermatt.
Lo scorso anno ad esempio sempre nel Vallese ma sul ghiacciaio Stockji fu ritrovato il cadavere di Thomas Flamm un turista tedesco che era scomparso nell’agosto del 1990.
Nel 2022 invece sul ghiacciaio di Corbassière, che si trova sulle Alpi Svizzere nella zona del Grand Combin, sono stati ritrovati i resti di un giovane inglese che aveva fatto perdere le sue tracce il 31 dicembre del 1974.
E ancora nel 2014 fu trovato Jonathan Conville, un alpinista di origini britanniche che era scomparso nel 1979. Le sue spoglie furono rinvenute da un elicottero che sorvolava la zona per portare i rifornimenti all’interno di un rifugio sul Cervini.
I ghiacciai alpini sono quelli più vulnerabili e si stanno ritirando rapidamente perché presentano una copertura di ghiaccio ridotta e il cambiamento climatico agisce più velocemente su di loro.
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