Ha dell’incredibile la scoperta degli archeologi subacquei della Silentworld Foundation, che hanno scoperto un relitto degli anni Quaranta.
Si tratta di un grande mercantile che si chiama Montevideo Maru ed è stato affondato nell’ambito della Seconda Guerra Mondiale, precisamente nel 1942, dal sottomarino americano USS Sturgeon. Adagiata a 4.000 metri di profondità a largo delle coste Filippine, le autorità hanno fatto sapere che per motivi di sicurezza non procederanno con le operazioni di rimozione.
Ritrovato il relitto di una nave affondata nel 1942
Gli archeologi subacquei dell’associazione Silentworld Foundation hanno rivelato questa mattina al mondo una scoperta sensazionale. Si tratta del ritrovamento del relitto di una nave giapponese che nel 1942 venne presa di mira dal sottomarino statunitense USS Strugeon, che la colpì ripetutamente ignorando che all’interno c’erano 1.000 prigionieri australiani, prigionieri di guerra alleati. Il viaggio aveva come scopo il loro trasporto verso l’isola cinese di Hainan, sotto occupazione delle forze armate giapponesi.
La società di archeologia è impegnata da tempo nelle profondità del Mar Cinese Meridionale, appunto la zona del ritrovamento. Nel corso dell’attività dei membri, che ogni giorno controllano i fondali alla ricerca di reperti, è venuta alla luce questa importante testimonianza di uno dei periodi più bui e rivoluzionari della nostra storia e di quella di tutto il mondo.
Per più di 80 anni l’ubicazione è rimasta un mistero ma poi è arrivato l’annuncio importantissimo questa mattina, anche se in realtà le operazioni di identificazioni sono iniziate il 18 aprile, quando c’è stato il primissimo avvistamento.
Il mercantile si trova a 110 chilometri dall’isola filippina di Luzon. Secondo l’associazione, nell’affondamento sono morte più di 1.000 persone di 14 nazionalità differenti, inclusi tutti i prigionieri australiani catturati nella battaglia di Rabaul, in Nuova Guinea. Questi erano 979, ovvero quasi tutto l’equipaggio e fra loro molti erano soldati.
La spedizione che la Silentworld Foundation aveva proprio lo scopo di controllare le aree del Mar Cinese per cercare questo relitto, fra le altre cose. Le ricerche sono durate quasi due settimane e durante questo periodo i subacquei si sono serviti della migliore strumentazione possibile, come un drone sottomarino dotato di sonar. Ci sono voluti comunque oltre 5 anni per pianificare la missione.
Il primo commento dopo l’annuncio è stato quello del primo ministro australiano Anthony Albanese, che in una dichiarazione pubblica si è complimentato con gli archeologi e ha rivolto un pensiero alle famiglie delle vittime, che per tantissimi anni hanno atteso di sapere che fine avessero fatto tutte queste persone.
Il relitto si trova a una profondità maggiore di quella dove venne rinvenuto il Titanic. Come in quel caso, anche la Montevideo Maru non verrà recuperata per la fragilità del relitto e per rispettare le famiglie delle vittime. Nessun oggetto verrà rimosso da dove si trova e nemmeno eventuali resti umani, rimarrà un santuario sottomarino.
La Montevideo Maru
L’affondamento è una delle più grandi tragedie marittime della storia dell’Australia e la scoperta chiude un brutto capitolo della storia militare e marina del Paese, così ha affermato il direttore della Silentworld Foundation, John Mullen, che ha guidato la ricerca collaborando con la ditta olandese Fugro, specializzata in indagini in acque profonde, e con l’esercito australiano.
La Montevideo Maru era una nave ausiliaria giapponese, il cui affondamento da parte delle forze armate americane provocò la morte dei 1.054 passeggeri, fra cui come abbiamo detto la maggior parte erano prigionieri di guerra ma c’erano anche civili. Considerato il peggior disastro marittimo della storia australiana, ha avuto come oggetto una nave che prima del conflitto veniva usata come mercantile e nave passeggeri, viaggiando principalmente fra il Giappone e il Brasile, trasportando emigranti giapponesi.
Insieme ad altre due navi, la Santos Maru e la Plata Maru, l’imbarcazione faceva parte della compagnia di navigazione Osaka Shosen Kaisha, che le costruì per il servizio transpacifico verso l’America del Sud. Dal peso di oltre 7.200 tonnellate, fu costruita a Nagasaki, in un cantiere dal quale uscì nel 1926.
Non era imponente come il Titanic forse, che vantava 269 metri di lunghezza, ma anche con i suoi 130 era molto imponente e capace di viaggiare a velocità elevate grazie ai due grandi motori che la alimentavano.
La Montevideo Maru partecipò a tante azioni di guerra, come l’invasione di Makassar e diverse missioni di trasporto, ruolo a cui venne designata fino all’affondamento avvenuto appunto nel 1942.
Il 22 giugno di quell’anno, alcune settimane dopo la caduta di Rabaul ai giapponesi, i prigionieri australiani furono imbarcati per essere trasportati verso l’isola di Hainan. Durante la rotta, gli americano l’avvistarono vicino alle coste delle Filippine. Era il 30 giugno e dopo un inseguimento durato diverse ore, il sottomarino Sturgeon riuscì a sparare quattro siluri a distanza ravvicinata, forte anche del fatto che non era presente la scorta.
La nave venne colpita il 1 luglio e affondò in soli 11 minuti. L’enorme colosso andò a picco nella sua tomba acquatica, dove rimarrà per moltissimi anni prima che qualcuno riesca a individuarla. Secondo alcuni testimoni dell’imbarcazione, si udivano canti disperati mentre la Montevideo Maru sprofondava.
Una tragedia che ancora oggi a 81 anni di distanza fa tremare se leggiamo i dettagli di una crudeltà che invece durante gli anni della guerra era all’ordine del giorno. Finalmente i parenti possono trovare un po’ di conforto.