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Riunione sulla sicurezza tra Afghanistan e Pakistan dopo la chiusura del valico di Torkham

Un’altra delegazione mandata dalle autorità pakistane ha visitato la capitale dell’Afghanistan per effettuare colloqui con i funzionari talebani dopo che la chiusura del valico di frontiera attuata nei giorni scorsi ha sollevato polemiche e critiche che hanno alzato il nervosismo tra le due Nazioni.

Valico di Torkham al confine tra Afghanistan e Pakistan – Nanopress.it

Dopo che i residenti della zona di confine tra Pakistan e Afghanistan hanno dichiarato, negli scorsi giorni e più volte, di aver sentito colpi provenienti da attacchi armati, sempre più frequenti, è avvenuta anche la chiusura del valico principale di confine tra i due Stati ovvero il valico di Torkham.

Sì è sollevato nervosismo e la tensione, già presente tra le autorità statali pakistane e afghane, ha subito un’escalation importante. Proprio per questo malcontento generale oggi si è tenuta una riunione straordinaria sulla sicurezza e noi autorità del Pakistan e dell’Afghanistan si sono riunite per discutere dei punti salienti inerenti la questione.

Escalation di tensione tra Pakistan e Afghanistan

La chiusura del valico di Torkham crea disagio considerevole dato che si tratta del più grande attraversamento del confine, che vede quotidianamente un numero considerevole di veicoli in movimento e la sua chiusura comporta disagi in diversi ambiti.  Non è chiaro se sia stata una scelta attuata dalle autorità afghane o da quelle pakistane ma quello che è certo è che questa azione, avvenuta  lunedì, evidenzia il deterioramento dei rapporti bilaterali tra Islamabad  e Kabul.

Le relazioni statali sono repentinamente peggiorate dopo che i talebani hanno ripreso il comando ufficialmente e ricoperto nuovamente ruoli governativi e istituzionali, limitando e plasmando completamente  gli accordi presi con il governo afghano precedente.

Il mullah Mohammad Siddiq che è uno dei commissari nominati dai talebani di a spiegato che il Pakistan non ha rispettato gli: “impegni … quindi il valico è stato chiuso”. La notizia è stata riportata anche in maniera ufficiale dall’Associated Press.

Il mullah ha consigliato anche al popolo afghano di non recarsi al valico, situato sul lato della provincia afghana di Nangarhar, fino a che non verranno intraprese azioni chiare e questo per preservare la sicurezza dei cittadini.

Il funzionario della polizia pakistana khalid Khan ha riferito che la chiusura del confine è stata preceduta da numerosi scontri a fuoco Intervallati e in aumento. Ha precisato che la zona più colpita e stata la provincia di Khyber Pakhtunkhwa, situata sul versante pakistano.

La questione spinosa tra Pakistan e Afghanistan è sempre stata quella legata al confine, che vede ben 2600 km contesi e oggetto di guerriglia tra confinanti nel corso dei decenni passati.

Il valico di Torkham è il punto principale per la logistica commerciale tra i due paesi e anche il punto utilizzato dai turisti e viaggiatori.

L’emittente Al Jazeera rivela che il cittadino pakistano Ali Shinwari ha confermato che il valico è stato chiuso domenica e, ciò nonostante, anche lunedì sì sono sentiti colpi di arma da fuoco e la notizia è stata riportata anche da Reuters.

L’uomo avrebbe riferito che: “Quando abbiamo sentito degli spari al mattino, ci siamo preoccupati e abbiamo creduto che le truppe dei due paesi potessero aver iniziato a combattere”.

Gli scontri tra forze militari pakistane e afghane si sono susseguite negli anni e hanno portato anche, spesso, alla chiusura del secondo valico de transito tra i due Paesi.

Sul territorio pakistano sono presenti numerosi gruppi armati facenti parte del gruppo terroristico TTP che è formato da talebani pakistani. A novembre è stato eliminato il cessate il fuoco, che il gruppo terroristico aveva accordato con le autorità governative, e da quel momento i gruppi ribelli hanno intensificato gli attacchi.  Il gruppo armato conduce una ribellione all’interno del Pakistan da oltre dieci anni ed è alleato notoriamente con i talebani in Afghanistan.

Bilawal Bhutto Zardari, ministro degli Esteri pakistano, ha spiegato  alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che si è tenuta domenica, che i rischi di guerriglia armata derivante dalle problematiche in suolo afghano potrebbero avere ripercussioni e influenzare dinamiche globali pericolose e preoccupanti.

I talebani hanno accusato alle autorità pakistane di sollevare la questione a livello mediatico e questo è qualcosa che influisce negativamente sui rapporti statali tra i due Paesi. I talebani non vogliono mostrare un’immagine debole né tantomeno accondiscendente all’Occidente e per loro è essenziale mantenere un’apparenza pacifica per poter restare al potere.  Proprio per questo non è tollerata la fuga di notizie ma anzi viene considerata come una seria minaccia.

Dopo la tensione degli ultimi periodi si è creato però il presupposto per avviare dialogo con lo scopo di appianare le attuali divergenze tra le autorità talebane e  quelle pakistane.

La delegazione pakistana incontra le autorità talebane a Kabul

Khwaja Asif, Ministro della Difesa pakistano,  Ha incontrato altri funzionari tra cui il tenente generale Nadeem Anjum, il direttore generale dell’agenzia  di intelligence del Pakistan e hanno avuto modo di incontrare il mullah Abdul ghani Baradar,  Vice primo ministro afgano per l’economia a Kabul.

Dalle dichiarazioni emerse sembra che i funzionari abbiano avuto modo di discutere di cooperazione economica e di connettività regionale ma anche di commercio e di relazioni bilaterali tra i due Paesi.

Baradar ha specificato nella dichiarazione che le preoccupazioni politiche e di sicurezza, che effettivamente esistono, tra le autorità di Islamabad e Kabul non dovrebbero però rientrare all’interno di questioni economiche e commerciali che sono il motore dell’economia di entrambe le nazioni.

Ha precisato che: “il pakistani e l’Afghanistan sono vicini E dovrebbero andare d’accordo. L’emirato islamico dell’afghanistan sottolinea lo sviluppo di legami commerciali ed economici con il Pakistan poiché sono nell’interesse di entrambi i paesi.”

Prima di questa chiusura del valico è stata effettuata la stessa manovra ossia la chiusura del valico di Torkham da parte delle autorità di frontiera afghane, che a loro volta incolpavano e accusavano il Pakistan di non rispettare i patti.

A seguito della decisione il Pakistan ha anche deciso di rinforzare le proprie autorità militari di confine. Lunedì una guardia di sicurezza pakistana è stata colpita dalle milizie di confine afghane.

Al Jazeera ha ricevuto informazioni da fonti appartenenti al ministero degli affari esteri del Pakistan le quali hanno rivelato di non essere state informate dalla controparte afghana della chiusura del valico e delle motivazioni per il quale è stata presa questa decisione.

Una fonte diplomatica ha riferito anche all’emittente che:C’è un’intesa raggiunta al più alto livello che i valichi di frontiera non saranno chiusi da nessuna delle due parti. Commenteremo ulteriormente questo sviluppo una volta che saremo contattati dalle autorità provvisorie afghane a Kabul”.

Dopo la decisione di chiudere il valico si assistito, oggi, a numerosissimi camion bloccati al valico su entrambi i lati del confine.  Il malcontento popolare nasce dal fatto che la maggior parte dei camion erano carichi di generi deperibili e quindi  successivamente inutilizzabili.

Incontro che si è tenuto oggi a Kabul è stato attuato proprio nel momento in cui il Pakistan sta vivendo è una drammatica ondata di violenza causata dal gruppo TTP ovvero dai talebani pakistani che, dopo il cessate il fuoco, sta gettando nel caos molte regioni

Nonostante il gruppo terroristico sia alleato con le autorità talebane afghane le due organizzazioni mantengono le distanze.

Islamabad accusa le autorità talebane di lanciare attacchi coordinati e ordinati dal territorio afghano. Il governo afghano ha però negato le accuse ricevute dai funzionari pakistani con fermezza.

Il ministro degli Esteri Del PakistanBilawal BhuttoZardari ha affermato sabato che la: “minaccia alla sicurezza e al terrorismo proveniente dall’Afghanistan è la questione più importante nella regione.”

Precisando inoltre, alla conferenza sulla sicurezza di Monaco che: “La preoccupazione è che se noi e il governo ad interim non prendiamo sul serio questi gruppi e loro non dimostrano la volontà e la capacità di affrontare i gruppi terroristici, allora condurranno prima attività terroristiche nella regione – stiamo già assistendo un aumento dell’attività terroristica in Pakistan dalla caduta di Kabul – ma non passerà molto tempo prima che raggiunga altrove”.

Le autorità afghane hanno respinto la dichiarazione si sono scagliati contro la divulgazione pubblica di queste informazioni da parte dei funzionari pakistani e sostengono fermamente che  Le questioni bilaterali andrebbero trattate senza attirare in maniera così decisa l’attenzione mediatica.

Il governo pakistano ha precisato che il primo incontro tra funzionari di alto livello pakistani e afghani è stato sicuramente incoraggiante. Specificando anche che: Era importante visitare e vedere qual è il sentimento a Kabul e quale livello di cooperazione può aver luogo. Non c’è consenso in Pakistan su quale dovrebbe essere la loro politica afghana”.

Talebani pakistani del gruppo TTP – Nanopress.it

Saad Muhammad, analista della difesa ed ex addetto militare pakistano a Kabul, Ritiene che una politica attuata mediante riappacificati non non è stata possibile in quanto la politica afghana non è consolidata e valuta azioni e imposizioni in base al proprio benessere e interasse.

Ha rivelato inoltre ad Al-Jazeera che: “La sicurezza del Pakistan è solo un nostro problema. Dobbiamo aumentare il costo del confronto a un punto che lo renda insostenibile per l’avversario, e solo allora si siederanno e parleranno”.

Uno dei funzionari ha precisato che: “Puoi inviare 10 delegazioni, ma se l’avversario sa che sei debole, non funzionerà. Dobbiamo sradicare la causa della violenza”.

 

 

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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