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Per rivalutazione pensioni (o perequazione) si intende la rivalutazione del trattamento previdenziale legato all’inflazione. L’obiettivo è quello di proteggere il potere d’acquisto del trattamento previdenziale pensionistico. Negli ultimi anni sono successe diverse cose e oggi cerchiamo di fare un po’ di chiarezza con questo post.
Rivalutazione pensioni: cosa accadeva prima della Riforma Fornero
A partire dal 1° gennaio 2001 – la rivalutazione delle pensioni avveniva secondo tre fasce. Per i trattamenti previdenziali fino a tre volte il minimo, l’adeguamento all’inflazione era pieno. Si scendeva al 90% per le pensioni tra 3 e 5 volte il trattamento minimo, ed al 75% per i trattamenti superiori a cinque volte il minimo. Per tutti gli assegni pensionistici la rivalutazione pensioni era piena per la parte di trattamento fino a tre volte il minimo. Poi è arrivato il governo Monti.
Il blocco della rivalutazione delle pensioni
La “manovra salva Italia” ha disposto il blocco dell’indicizzazione per le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps – mentre gli altri trattamenti previdenziali sono stati adeguati completamente all’inflazione (+2,7% nel 2012 e +3% nel 2013). Dal 1° gennaio 2014, la legge di stabilità 2014 ha introdotto un sistema di rivalutazione pensioni secondo 5 scaglioni – che dalla legge di stabilità 2016 è stato prorogato fino a tutto il 2018.
In questo quadro bisogna poi inserire la sentenza della Corte Costituzionale 70 del 2015 con la quale è stata dichiarata incostituzionale il blocco biennale di cui abbiamo scritto poche righe sopra. A seguito di questa sentenza, il governo Renzi ha cercato di porre rimedio alla situazione con il decreto legge 65/2015, garantendo una rivalutazione parziale e retroattiva solo alle pensioni tra 3 e 6 volte il minimo Inps.
Rivalutazione pensioni: cosa accadrà nel 2018 e nel 2019
Per l’anno in corso, riparte la rivalutazione pensioni – congelata da 2 anni anche perché l’inflazione era congelata. Chi riceve fino a tre volte il minimo Inps (501,89 euro) avrà un adeguamento all’inflazione del 100% – e quindi un aumento dell’1,1%. Per le pensioni di importo superiore e sino a quattro volte il trattamento minimo viene riconosciuta il 95% dell’inflazione (+1,045%). Tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo l’adeguamento è pari al 75% dell’inflazione (+0,825%). Si scende al 50% per le pensioni superiori a 5 volte il minimo (+0,55%), e al 45% per i trattamenti superiori a 6 volte il trattamento minimo Inps (+0,495%).
Nel 2019 si dovrebbe ritornare alla rivalutazione pensioni prevista prima dell’avvento della riforma Fornero, e quindi si dovrebbero evitare i ricorsi sulla rivalutazione pensioni.
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