È disperata la mamma di Kata, la bambina sudamericana scomparsa da alcuni giorni a Firenze. Oggi è stata diffusa l’ultima immagine.
Senza esito le ispezioni nell’hotel abbandonato dove viveva insieme alla famiglia, intanto il padre che era incarcerato per furto, è stato rilasciato. La pista più battuta dagli inquirenti è quella del racket degli affitti, sappiamo infatti che la famiglia peruviana aveva occupato abusivamente lo stabile, così come tutte le famiglie che si erano stabilite nelle stanze che un tempo appartenevano all’hotel Astor. Si parlava inizialmente di litigi con i vicini e addirittura la donna aveva indicato agli inquirenti alcuni nomi papabili di persone che potevano essersi vendicate rapendo la piccola di 5 anni, tuttavia questa ipotesi sembra essere stata scartata.
È diventata un po’ la figlia di tutti, parliamo della piccola Kata, scomparsa da alcuni giorni da Firenze. Giocava nel cortile dell’ex hotel Astor a Novoli quando lo zio a cui era affidata poiché la mamma era a lavoro, l’ha persa di vista e poi non si è saputo più nulla.
Ancora sono in corso le ricerche di questo fatto tragico composto da tanti tasselli che parlano di una vita ai limiti dell’emarginazione. Kata vive in una struttura abbandonata e occupata da diverse famiglia, in una casa che in realtà è una delle stanze che appartenevano all’ex hotel Astor. Il padre è in carcere per furto, o meglio era, dal momento che ora è stato rilasciato.
La mamma, la prima a metterci la faccia in tv per chiedere aiuto, si impegna a lavorare ogni giorno per cercare di dare alla bambina una vita dignitosa. Il dolore è stato tale per la notizia che ha cercato di uccidersi ingerendo candeggina, un gesto simile lo ha compiuto anche il compagno in carcere a Sollicciano. Entrambi stanno bene dopo le lavande gastriche a cui sono stati sottoposti ma il dolore per la perdita di una figlia, senza sapere dove si trovi né se sia ancora viva, rimane insopportabile.
Ora spunta un dettaglio nuovo nell’indagine condotta dai carabinieri di zona supportati dalle unità cinofile e dai Vigili del fuoco. L’ultima immagine della piccola Cataleya, ripresa sabato scorso da una telecamera che punta su via Boccherini, l’ingresso secondario dell’ex hotel. Sono le 15.01 e la bambina si trova sul marciapiede e sta lasciando la mano al fratello per andare da qualche parte, un attimo dopo scompare nel nulla.
La tempistica è davvero inquietante così come l’ipotesi formulata dagli investigatori, ovvero quella del racket degli affitti.
L’ex hotel Astor è occupato da diverse famiglie da molto tempo, l’attività è infatti cessata da circa 20 anni. Il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, sta seguendo il caso insieme alla pm della Dda, Christine von Borries e al sostituto Giuseppe Ledda. È stato proprio lui a fare luce su questa strada, sembra infatti che ci siano tre gruppi che chiedono illecitamente l’affitto alle famiglie dello stabile.
Due gruppi sono composti da peruviani, uno dei quali è vicino alla famiglia della bambina, il terzo invece è composto da cittadini rumeni. Queste persone affittano le camere senza bagno a 800 euro mentre quelle con i servizi arrivano a 1.500 euro.
Gli inquirenti stanno ascoltando gli altri occupanti della struttura, convocandoli man mano al comando dei carabinieri come persone informate sui fatti. Anche il padre di Kata è stato già ascoltato. C’è però una seconda pista plausibile che non viene scartata solo per non tralasciare nulla, sarebbe quella legata alla pedofilia.
Insomma, secondo gli investigatori, Cataleya sarebbe stata rapita perché la mamma era in debito con le persone a cui doveva l’affitto, oppure perché entrata in un giro di pedofili.
Fra le persone ascoltate, anche dei testimoni fra cui una bambina, che dicono di aver visto chi l’ha prelevata. Agli inquirenti avrebbero indicato un adulto come colpevole e un possibile covo vicino all’ex hotel ma le perquisizioni fuori dal perimetro non hanno dato esito positivo.
Ieri ci sono state tante ispezioni, controlli in tutto il paese e sopralluoghi, intanto continuano le manifestazioni di dolore della mamma.
Il dolore della mamma è una costante in questa vicenda e non ha vergogna a mostrarlo. Ribadisce di non avere idea di dove possa essere Kata ma in cuor suo spera che sia viva. La voce di Katharina Alvarez è flebile e devastata dal dolore.
Su un post Facebook si è rivolta a Kata chiamandola principessa e chiedendole scusa per il tentativo di suicidio dettato dalla troppa sofferenza. In suo supporto c’è il marito Miguel Angel, scarcerato con obbligo di firma due volte alla settimana nella stazione dei carabinieri. La misura è stata decisa perché l’uomo possa stare vicino alla sua famiglia in questo momento così terribile ma non è il solo a farlo, tanti sono i residenti che si sono stretti ai peruviani, con iniziative come fiaccolate e gruppi di ricerca.
C’è anche però chi dà contro alla donna, anche perché da giorni vengono incolpati i rumeni. Una vicina di casa, appunto una signora rumena, dice che Katharina sa chi ha sequestrato la bambina e stando a ciò che dice sarebbero questioni fra le famiglie peruviane presenti nello stabile. Una settimana prima della scomparsa infatti c’è stata una lite sfociata in aggressioni violente, con un altro sudamericano.
“non è questione di soldi, la famiglia ha litigato con un altro uomo per l’occupazione delle stanze. poco dopo kata è scomparsa ma la mamma sa chi l’ha presa”.
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