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La dedica di Roberto Benigni alla moglie riceve un Tapiro d’oro: il messaggio d’amore a Nicoletta Braschi in occasione del ricevimento del David di Donatello alla carriera è in realtà la copia di una dedica di Vittorio Sermonti alla moglie. A scoprire il ‘plagio’ è stata una scrittrice con un messaggio diventato virale, e il tapiroforo Valerio Staffelli si è incaricato di rendere giustizia al celebre dantista: omaggio che, per la cronaca, l’attore premio Oscar non ha smentito.
Roberto Benigni ai David di Donatello: ‘Questo premio appartiene a mia moglie’
Roberto Benigni qualche giorno fa ha dedicato il David di Donatello alla moglie, sottolineando in realtà di non poterlo fare avendo fatto tutto con lei, per lei e grazie a lei: ‘Quindi questo premio non è mio, è suo, le appartiene. E vorrei tanto che fosse lei in cuor suo a dedicarlo a me. Grazie bella!’, l’omaggio dell’attore.
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La dedica di Roberto Benigni ha meritato un Tapiro d’oro perché, come ha scoperto la scrittrice Carla Vistarini, ispirata allo scrittore Vittorio Sermonti, che in una dedica a sua moglie Ludovica Ripa di Meana, pubblicata in un libro su l’Inferno di Dante, edito dalla BUR nel 1987, scrive come ‘Dedicarle questi libri sarebbe un abuso. Sono suoi e lei lo sa. Li ho sottratti. Spero che me li dedichi in cuor suo’.
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Alla consegna del Tapiro da parte di Valerio Staffelli, trasmessa giovedì 7 aprile su Canale5, Roberto Benigni non ha negato la ‘copia’: l’attore ha spiegato che ovviamente l’ispirazione c’era, ma non era la stessa frase, e che quando qualcuno trova una cosa bella, ha sempre il desiderio di ripeterla. ‘Sermonti era un grandissimo dantista, quindi ho voluto rendergli omaggio. È la cosa più bella copiare… è l’origine dell’arte’, la tesi dell’attore premio Oscar.
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Da ricordare tra l’altro, che Sermonti (studioso e scrittore che per un ventennio ha divulgato la Divina Commedia, occupandosi in prima persona per cinque anni, con l’aiuto di Cesare Segre e Gianfranco Contini, di un ciclo di trasmissioni radiofoniche) non amava la divulgazione in salsa Benigni della Divina Commedia. In un’intervista nel 2007, lo scrittore e dantista spiegava che l’attualizzazione di Dante fatta da Benigni è sicuramente divertente, ma che non si possono dire spiritosaggini e cose un po’ ovvie per adescare il pubblico, perché non si rendeva un buon servizio né al Sommo Poeta né agli ascoltatori. Per Sermonti, Dante è duro e severo e ci vuole durezza e severità per capirlo: ‘È un’operazione delicatissima – concludeva – che non si può fare alla buona’.