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Politica

Roccella ha detto che la maternità surrogata è razzista, e che gli omosessuali sono ottimi genitori

Eugenia Roccella, una delle ministre più criticate del governo di Giorgia, è tornata a parlare di maternità surrogata e, in un certo senso, anche della scelta dell’esecutivo di non far riconoscere, ancora, i figli di due genitori dello stesso sesso. La titolare del ministero della Famiglia ha spiegato, in onda su Retequattro, a Zona Bianca, che la prima ha dei connotati razzisti, precisando che si tratta di una sorta di mercato delle donne povere, bianche e alte.

Eugenia Roccella, la ministra per la Famiglia del governo di Giorgia Meloni – Nanopress.it

Al tempo stesso, però, Roccella ha anche sottolineato come i genitori omosessuali siano degli ottimi genitori, il problema, per lei, quindi non è il fatto che lo diventino, ma il mezzo con il quale arrivano a esserlo, chiedendo anche di riconoscere i figli avuti con una pratica che, di fatto, costituisce un reato anche tuttora come quello, appunto, dell’utero in affitto.

La ministra della Famiglia, Roccella: “Omosessuali ottimi genitori, ma la maternità surrogata è razzista, ed è un reato”

Dopo le polemiche dell’ultima settimana, nate dopo che il governo di Giorgia Meloni ha deciso di chiedere ai Comuni italiani di smettere di registrare i figli delle coppie composte da genitori dello stesso sesso, quindi non i figli biologici di quelli che, nei fatti, li crescono, e dopo aver bocciato anche un regolamento dell’Unione europea sul tema, Eugenia Roccella, la ministra della Famiglia, già salita agli oneri della cronaca per le sue posizioni poco progressiste sull’aborto e che la scorsa settimana era stata ospite su Rai3 da Lucia Annunziata che si era fatta scappare anche una parolaccia durante l’intervista e che per questo è finita sulla graticola, è tornata a parlare della maternità surrogata, che sempre l’esecutivo vorrebbe rendere ancora più illegale e quindi più reato di quanto non sia ora.

Cartelloni di figli di coppie omogenitoriali – Nanopress.it

Mentre il Partito democratico ha presentato un disegno di legge sul tema che va nel senso opposto, per lo meno va verso un riconoscimento dei diritti delle coppie LGBTQI+ e dei loro figli, da Fratelli d’Italia sono arrivate frasi che hanno spinto anche chi non è favore del cosiddetto “utero in affitto” come Carlo Calenda, leader di Azione e senatore del terzo polo, quindi anche lui seduto tra i banchi delle opposizioni come i dem di Elly Schlein, a tirare le orecchie al centrodestra, e in particolare ai meloniani, la ministra, dal programma di Retequattro Zona Bianca ha voluto precisare che cosa pensano da Palazzo Chigi e dal suo dicastero sul tema.

Per lei, infatti, non è un problema che riguarda gli omosessuali, e quindi i genitori omosessuali, che ha detto di essere convinta che “possono essere ottimi genitori“, ma come, di fatto, quel figlio, quel bambino sia arrivato a far parte di quel nucleo famigliare, e  il fatto che genitori dello stesso sesso, uomini in particolare, devono ricorrere a certe pratiche, in particolare all’utero in affitto“.

Roccella ha spiegato che oggi si parla dei piccoli senza parlare di quello che “in realtà già oggi è reato“, quindi sia l’utero in affitto, appunto, sia la propaganda che se ne fa, e questo nonostante “non sono mai stati perseguiti“. Ma è qua che arriva la parte più interessante, forse, del discorso della ministra, che ha racconta che “così si va all’estero, dove si affitta l’utero di una donna povera, tornando poi in Italia e chiedendo la trascrizione automatica del bambino. C’è la trascrizione per il padre biologico, per il secondo genitore la Corte di cassazione ha indicato un percorso, l’adozione nei casi particolari, per la maggior tutela del bambino e per la verifica del rapporto affettivo“.

Tornando alla maternità surrogata, ha detto la ministra, “ci sono due donne: una dà gli ovociti, l’altra è il vero utero in affitto che deve avere altri requisiti come aver già partorito ed essere in buona salute“. Chi dà l’opacità, ha continuato, viene scelto sulla base di “una sorta di selezione della razza, la donna deve essere alta, bella, bionda, generalmente è dell’Est, l’ovocita di una donna nera costa molto meno di una donna bianca, con connotazioni evidentemente razziste. Il costo dell’operazione è molto alto ma alle donne va una cifra relativa“.

Manifestazione delle famiglie Arcobaleno a Roma – Nanopress.it

Delle oltre 250 coppie che ogni anno optano per diventare genitori con la gestazione per altri, ha puntualizzato ancora, “ora hanno la sicurezza di non essere perseguite, ma ci dovrebbe essere più consapevolezza di cosa si va a fare sfruttando una donna bisognosa. È una questione di mercato, basta guardare su Internet per vedere di cosa si tratta…“.

Per lei non si vuole escludere il diritto, piuttosto si deve ragionare sul fatto che esista un “diritto a diventare genitori“. Per Roccella, infatti, esiste piuttosto “il diritto di un bambino ad avere dei genitori. Il diritto ad avere innanzitutto se possibile i suoi genitori, la sua mamma e il suo papà, c’è anche il diritto alle origini. E poi eventualmente se c’è un danno, se questi genitori per un motivo non ci sono, c’è l’adozione per riparare al danno. Ma si parte dal diritto del bambino, no dal diritto dell’adulto“. Il tutto, è stato detto, mentre un altro sit in delle famiglie arcobaleno era di stanza a piazza Santi Apostoli, a Roma.

Intanto, però, sempre da internet, meglio dai social, sono arrivate delle soluzioni a questo problema che la titolare del dicastero della Famiglia ha sollevato, come quello delle adozioni anche per le coppie gay. E non solo, è stato fatto anche un parallelismo con le parole di Matteo Piantedosi, neanche lui uno dei membri più amati dell’esecutivo guidato dalla prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana. Il ministro degli Interni, infatti, proprio oggi, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva detto che “i migranti sono attratti dall’Italia perché c’è un’opinione pubblica favorevole, mentre in altri Paesi sono intransigenti“. Razzisti e poco razzisti, insomma, così sono dipinti gli italiani dal governo di Meloni.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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