I recenti roghi scoppiati negli Usa minacciano l’Europa. Nonostante gli oltre 8.000 chilometri che separano la regione americana dal Vecchio Continente, le sostanze emesse nell’aria dagli incendi dei mesi scorsi hanno ormai attraversato l’Atlantico, inquinando anche i nostri cieli.
D’altra parte, gli stessi climatologi hanno notato come i roghi visti a Ovest degli Stati Uniti fossero di portata cento volte più intensa della media, con conseguenze che ora viviamo anche da questa parte dell’oceano.
I roghi negli Usa arrivano in Europa
Il servizio europeo Copernicus sui cambiamenti climatici ha iniziato le sue osservazioni nel 2003 e nelle ultime settimane ha notato degli eventi irreversibili. In particolare, i vasti incendi scoppiati nella zona ovest degli Usa – in California nel dettaglio – hanno emesso nell’aria quantità di carbonio mai registrate prima di allora. Inoltre, la portata dei roghi è stata descritta “da decine a centinaia di volte più intensa” della media. Il fumo che si è levato nei cieli ha attraversato l’Oceano Atlantico raggiungendo l’Europa.
“Il fatto che questi incendi emettano così tanto inquinamento nell’atmosfera da poter vedere un denso fumo a 8.000 km di distanza riflette quanto siano devastanti, in termini di dimensioni e durata”, ha affermato Mark Parrington di Copernicus.
La situazione negli Usa
Secondo la stazione Ny Meteo Weather, l’alta colonna di fumo nero che è divampata dai roghi che stanno devastando la California era ben visibile anche dalla Grande Mela. Infatti, l’altezza raggiunta dalle colonne dense era compresa i 4.500 e i 6 mila metri. Le immagini sono disponibili sul sito del National Weather Center.
Gli incendi – stando agli ultimi bilanci forniti dalle autorità statunitensi – hanno causato la morte di almeno 35 persone e distrutto quasi 2 milioni di ettari di terreno sulla West Coast. La maggior parte delle vittime è stata registrata in California e nell’Oregon.