“Me le hanno bruciate vive. I figli non si toccano“. Non si dà pace Romano Halilovic, il padre di >Francesca, Angelica ed Elisabeth Halinovic, le tre sorelle di 20, 8 e 4 anni morte nel rogo del camper dove vivevano a Centocelle, quartiere di Roma. La Procura sta indagando e le prime evidenze portano all’ipotesi di incendio doloso: gli inquirenti stanno seguendo la pista della vendetta tra clan nomadi anche se nulla è ancora escluso, compresa la vendetta degli spacciatori della zona. Sul luogo del rogo è stato ritrovato un accendino e tracce di una bottiglia incendiaria, mentre gli inquirenti fanno sapere che in un video di video sorveglianza si vedrebbe una persona che lancia la bottiglia verso il retro del camper: secondo gli ultimi aggiornamenti ci sarebbe già un sospettato.
Le notizie sul rogo di Centocelle si susseguono e ancora nulla è certo se non la morte delle tre sorelle, bruciate vive da una mano assassina. Romano e Melia, il padre e la madre, non riescono a reggere al dolore. Tutti media e i cronisti sul posto descrivon le stesse scene, quelle dello strazio di due genitori che non sono riusciti a salvare le loro figlie e che le hanno viste morire sotto i loro occhi, bruciate vive.
Anche loro, come gli altri figli, portano ancora addosso i segni di quell’inferno. “Me le hanno ammazzate, me le hanno bruciate“, ripete il padre. “Il fuoco era troppo alto, ho provato a farli uscire tutti”, sussurra la madre quasi sottovoce. La dinamica sembra chiara: il fuoco si è sviluppato in un attimo e ha avvolto il camper: il tempo che il figlio maggiore si accorgesse di quanto stesse accadendo e di sfondare la porta che le fiamme hanno preso il sopravvento, portandosi via Francesca, Angelica ed Elisabeth.
Se la dinamica sembra chiara, il movente non lo è. Al momento la pista razziale è stata esclusa, anche se alcune testimonianze raccolte nel quartiere sembravano portare in questa direzione: le tre sorelle sarebbero state spesso oggetto, con gli altri membri della loro famiglia, di minacce da parte di alcuni residenti della zona perché rom .
La pista più battuta è quella della vendetta tra clan, teoria respinta dall’associazione Nazione Rom che, tramite Marcello Zuinisi, il legale rappresentante dell’associazione, parla di “omicidio di stampo razzista“.
Sul sito del Fatto Quotidiano spunta poi una terza pista, quella della vendetta degli spacciatori. Secondo il quotidiano non sarebbe da escludere la responsabilità della rete di piccoli spacciatori che gestiscono la piazza del parcheggio del Centro Commerciale Primavera, che avrebbero voluto disfarsi o vendicarsi della famiglia Halinovic, colpevole con la loro presenza di rovinare la piazza di spaccio.
Rogo a Centocelle: la dinamica
Tutto è accaduto intorno alle 3 del mattino di mercoledì 10 maggio quando i Vigili del Fuoco sono intervenuti in via Mario Ugo Guattari, in un parcheggio antistante il centro commerciale Primavera, per spegnere le fiamme. Il camper era parcheggiato in strada e al suo interno si trovava tutta la famiglia Halinovic, composta da 13 persone: gli altri membri della famiglia sono stati tratti in salvo, ma per le tre sorelle non c’è stato nulla da fare e sono morte bruciate vive.
Francesca, Angelica ed Elisabeth Halinovic, questi i loro nomi, hanno perso la vita nel rogo di Centocelle. Sulla vicenda sta indagando la Procura di Roma con l’accusa di omicidio volontario e incendio doloso. I Vigili del Fuoco hanno trovato tracce di una bottiglia infiammabile e un accendino, usato probabilmente per appiccare il fuoco al camper.
Da chiarire sono soprattutto le motivazioni dietro quello che appare un gesto brutale, costata la vita a una ragazza di 20 anni e a due bambine di 8 e 4 anni, bruciate vive. Le prime testimonianze raccolte dalla stampa confermerebbero quanto ricostruito dagli inquirenti nella prima fase delle indagini: qualcuno avrebbe dato fuoco al camper dove sapeva dormire la famiglia Halinovic, di etnia rom, che viveva in quella zona, spostandosi da un parcheggio a un altro.
“Ho sentito un boato e ho pensato a una bomba. Poi mi sono affacciata alla finestra e ho visto le fiamme altissime“, ha raccontato Amelia, una residente di un palazzo di via Giardino Cassandrino, a pochi metri dal parcheggio.
“Non ho più dormito sentivo urlare. Inizialmente ho pensato a qualche ragazzo che aveva dato fuoco alle auto. Quel camper lo avevo visto diverse volte, era lì all’angolo da settimane, forse mesi“, ha aggiunto. Un altro testimone ha raccontato di aver visto tutta la famiglia solo qualche giorno prima, con i bambini che “giocavano sul piazzale davanti al camper“.
I familiari delle tre sorelle hanno a loro volta dichiarato agli inquirenti di aver ricevuto minacce in passato: il clima di intolleranza e di difficile convivenza è testimoniato anche da alcune dichiarazioni raccolte dalla stampa tra gli abitanti del posto che si dichiarano dispiaciuti ma poi sottolineano “i furti negli appartamenti e nelle auto” da parte dei rom.
Rogo Centocelle: le reazioni
Sul luogo della tragedia è arrivata in mattinata anche la sindaca di Roma Virginia Raggi. “Esprimiamo cordoglio perché quando ci sono delle vittime si rimane un attimo in silenzio. Poi c’è la procura che sta indagando sulle cause. Vi daremo aggiornamenti quando ne avremo“, ha dichiarato al termine del sopralluogo accanto al presidente del V Municipio, Gianni Boccuzzi, e al comandante della Polizia locale, Diego Porta.
Anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha commentato con parole durissime quanto avvenuto a Centocelle. “Chiunque sia stato, è un crimine orrendo: quando si arriva a uccidere dei bambini si è al di sotto del genere umano“, ha dichiarato il Presidente dall’Argentina dove era in visita ufficiale. “Mi auguro che magistratura e forze dell’ordine riescano ad individuare e punire i colpevoli perché è inaccettabile quel che è avvenuto, chiunque sia stato“. La vicenda, conclude, “è di una gravità enorme. Non sappiamo quale sia l’origine, ma chiunque sia stato è davvero un crimine di cui individuare i responsabili e punirli severamente“.
Se al momento la pista razziale sembra esclusa, rimangono i commenti sul web a esemplificare il clima di odio razzista che si respira contro i rom. Da Facebook a Twitter, sulle pagine social dei quotidiani così come sul web, in tantissimi commentano la tragedia di Centocelle con frasi aberranti, da “tre rom in meno” a chi li definisce una “razza aliena“, “non persone“, fino ad arrivare a chi invoca il Ventennio, senza ricordare che tra le vittime del nazismo ci furono proprio i rom al pari di ebrei, gay e prigionieri politici.