Giorgia Meloni alla commemorazione del Rogo di Primavalle ha parlato del caso come una delle pagine più buie della storia nazionale.
Rampelli, Sangiuliano, La Russa e Giorgia Meloni. Esponenti del governo e premier hanno voluto ricordare, a 50 anni dai fatti, il rogo di Primavalle dove persero la vita i fratelli Mattei in seguito a un incendio appiccato da dei componenti di Potere Operaio a una palazzina di Bernardino di Bibbiena a Roma, dove viveva la famiglia del segretario locale di Movimento sociale italiano, Mario Mattei.
Tanti esponenti del governo, tra il presidente del Senato, il vicepresidente della Camera, il ministro della Cultura e la premier ovviamente, hanno ricordato nella giornata di oggi il rogo di Primavalle. Un attentato ai danni del segretario di Roma del Movimento sociale italiano Mario Mattei, alla sua abitazione, avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 aprile nel 1973. A perdere la vita furono i due figli di 8 e 22 anni, i fratelli Mattei Stefano e Virgilio.
Incendio appiccato alla palazzina di via Bernardino di Bibbiena da alcuni esponenti di Potere Operaio. E’ stata la premier a parlare di “memoria” dunque, in ricordo della tragedia. Secondo Giorgia Meloni infatti tenere vivo il ricordo potrà aiutare ad “evitare ricadute e condurre l’Italia verso una pacificazione nazionale”. Una delle pagine più buie, continua la premier nel suo intervento, della storia della nazione.
Anche Ignazio La Russa ci ha tenuto a dire la sua sull’accaduto, che sulla memoria nazionale alcuni strafalcioni li aveva già commessi di recente. Il presidente del Senato non ha perso occasione ma stavolta è rimasto decisamente “imparziale” dopo le tante critiche arrivate per le dichiarazioni su via Rasella e le Fosse Ardeatine, parlando di “delitto politico” ma non di furia comunista ad esempio, cosa che non ha esitato a fare un altro esponente del governo.
La Russa commenta dunque: “Per Virgilio e Stefano si chiedeva giustizia e non vendetta ma gli assassini, purtroppo, ancora oggi non hanno mai pagato per quello che è stato uno dei più efferati e drammatici delitti politici degli anni Settanta“.
Gennaro Sangiuliano non ha invece utilizzato troppi giri di parole. Secondo il ministro della Cultura, il rogo di Primavalle è stato un atto di violenza comunista: “Diamo i contenuti e le parole che bisogna dare“. Poi il ministro riprende le parole di Giorgia Meloni, anche lui parlando della “memoria” e della pacificazione. “Detto questo abbiamo il dovere di chiudere il Novecento con tutte le sue lacerazioni, dobbiamo arrivare ad una pacificazione nazionale ma conservando la memoria”.
Ultimo Fabio Rampelli, che ricorda come tutte le istituzioni pubbliche per la prima volta si siano ritrovate per la commemorazione: “Ci sia diritto a un confronto civile tra la destra e la sinistra è che ci sia soprattutto la possibilità, visto che non c’è stata giustizia, di avere verità storica. Questo è il nostro compito per le malefatte di quegli anni”.
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