[didascalia fornitore=”ansa”]campo Rom di Via Salviati a Roma[/didascalia]
Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha annunciato con un video su Facebook i primi rimpatri di nomadi messi a punto grazie all’incentivo del Campidoglio per il superamento del Camping River, noto campo rom a nord della Capitale. Già 14 persone hanno deciso di ritornare in Romania seguendo le regole del rimpatrio assistito che prevede l’accettazione di un progetto di inserimento e l’erogazione di una somma di denaro fino a un massimo di 1000 euro l’anno a persona (o 3000 euro a famiglia), in base alle condizioni economiche di partenza.
“Abbiamo messo in campo un ampio ventaglio di possibilità per favorire il superamento del Camping River tramite un costante coinvolgimento degli abitanti. Uno degli strumenti a disposizione delle persone risiede nel rientro volontario assistito presso il Paese di origine, collegato a un progetto di inserimento socio-lavorativo”, scrive su un post su Facebook la sindaca di Roma, Virginia Raggi.
Patto di Responsabilità
“I nuclei familiari coinvolti firmano un dettagliato Patto di Responsabilità, che prevede il rispetto di precisi diritti e doveri. I percorsi intrapresi nel Paese estero vengono programmati e monitorati – prosegue – in stretta sinergia con il Ministero degli Affari Esteri, la Questura, Prefettura di Roma e gli enti e le istituzioni degli Stati di provenienza. Il supporto viene garantito sulla base del raggiungimento delle diverse fasi del progetto. In caso di mancato adempimento alle condizioni stabilite, il Patto si annulla.
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Raggi prosegue: “Le prime 14 persone sono già partite per la Romania. Le loro testimonianze indicano come il rientro su base volontaria sia uno strumento in grado di migliorare la vita di queste persone, assicurando nuove opportunità, e contribuendo efficacemente al superamento dei campi a Roma. Le loro parole sono la rappresentazione plastica dello scollamento tra il passato dei campi, vissuto all’insegna di un’autentica ghettizzazione, e un futuro finalmente orientato al rispetto dei diritti umani e delle regole. È inaccettabile continuare a tollerare questi luoghi che generano danni ingenti alle persone che li abitano e a coloro che vivono nelle aree limitrofe. Continuiamo quindi ad applicare con convinzione il nostro modello, che garantisce l’inclusione tramite un rigoroso rispetto della legalità”, conclude.
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Il progetto illustrato dal sindaco Raggi di combattere la ghettizzazione di chi vive nei campi nomadi romani favorendo il loro trasferimento in Romania ha però fatto storcere il naso a molti. Non sono mancate le polemiche, soprattutto tra coloro che non solo non trovano giusta la soluzione di dare soldi del Comune per l’inclusione dei rom in Romania, quando molte zone della Capitale avrebbero bisogno di interventi strutturali per ridurne il degrado, ma che vedono la mossa della sindaca come pura propaganda politica, necessaria per la prossima visita di Matteo Salvini a Roma.
La propaganda in nome di Salvini è evidente, ad esempio, per Alessandro Capriccioli, consigliere regionale in Lazio per +Europa Radicali, che afferma: “Esultare per aver ottenuto 14 rimpatri ‘volontari’ di ex abitanti del Camping River mentre nelle ultime settimane ci si è di fatto adoperati per cacciarli tutti (350, ndr) con una surreale opera di distruzione dei moduli abitativi, con il distacco dell’acqua e con la cessazione di ogni servizio essenziale, è un atteggiamento del tutto fuori luogo e che distorce completamente la realtà”.
Anche Carlo Stasolla, presidente dell’associazione 21 Luglio critica il provvedimento: “Neanche il rispetto è rimasto, neanche il pudore di fronte a povere persone utilizzate per coprire le vergogne di un fallimento”, perché, se non fosse ancora chiaro ai più: “Il motivo dello sgombero è uno solo: il Comune di Roma le ha riconosciute colpevoli del fallimento del “Piano rom” e, con la visita di Salvini alle porte, dovranno pagare questo prezzo”.
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