Anziani truffati alle Poste a Roma. L’indagine è partita dalla denuncia effettuata da una donna di 80 anni.
A Roma è stata scoperta una truffa all’ufficio postale di Piazza Bologna ai danni di pensionati, che hanno subito un ammanco totale di quasi 50.000 euro dal loro conto corrente. L’indagine è partita dalla denuncia di una signora di 80 anni.
Il raggiro avveniva al momento del rinnovo del bancomat, quando il dipendente si offriva di attivare lui stesso la carta e faceva un primo prelievo per il cliente, per poi sottrarne una parte. Le indagini continuano anche sui cassieri coinvolti: la procura di Roma ha accusato tre addetti di indebito utilizzo del bancomat, riciclaggio e ricettazione.
Anziani truffati alle Poste di piazza Bologna a Roma. Il bilancio della truffa sfiora i 50mila euro, prelevati dai conti correnti di numerosi pensionati anziani.
A scoprire l’accaduto e a denunciare il crimine è stata una signora di 80 anni. Secondo le indagini avviate subito dopo la segnalazione, il responsabile della truffa sarebbe un dipendente del più grande ufficio postale della Capitale, che avrebbe abusato della fiducia dei clienti, ai quali avrebbe sottratto denaro dai conti.
Secondo quanto emerso durante le indagini, il dipendente oggetto di indagine si offriva di attivare personalmente i bancomat dei pensionati che si recavano allo sportello per ritirare la loro nuova carta.
La persona in questione, secondo quanto emerso dalla prima ricostruzione dei fatti, incaricava persino i cassieri di effettuare un prelievo di denaro sul conto del cliente. Dopodiché, consegnava sia la carta che l’importo in contanti, sottraendone, però, prima una parte, secondo l’accusa mossa.
I Carabinieri stanno indagando sui tre dipendenti, accusati di indebito utilizzo della carta, riciclaggio e ricettazione.
Tuttavia, i due dipendenti coinvolti nell’inchiesta hanno sostenuto che non avevano prelevato nulla per loro conto e hanno chiamato in causa un terzo impiegato. La Procura di Roma dovrà decidere se presenterà richiesta di rinvio a giudizio per tutti o solo per il presunto ideatore della truffa.
La procura di Roma ha facilmente ricostruito quanto è accaduto. I prelievi anomali erano sottoposti a un processo di tracciatura ed erano effettuati all’atto della sostituzione della carta di prelievo e pagamento dei clienti.
Un dipendente procedeva – poi – all’attivazione del nuovo dispositivo e faceva uscire due cassieri per prelevare una determinata somma. La persona coinvolta nei fatti, dunque, si impossessava del denaro, per poi consegnare i soldi restanti con la nuova carta bancomat ai clienti truffati che erano, in gran parte, persone anziane.
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