Alcune bombe incendiarie sono state lanciate nella notte nel parcheggio del carcere femminile di Rebibbia, a Roma.
Definito come un atto intimidatorio per fortuna senza gravi conseguenze, ora l’episodio è oggetto di indagini da parte del nucleo investigativo della polizia penitenziaria. Insieme all’evasione dei detenuti dal carcere Beccaria, la vicenda riporta l’attenzione sulla situazione di emergenza che riguarda le nostre carceri.
Bombe molotov a Rebibbia
Nella notte fra il 25 e il 26 dicembre sono state lanciate delle bombe molotov nel parcheggio del carcere femminile di Rebibbia, nella Capitale. Per fortuna non ci sono state vittime né feriti ma l’attacco era chiaramente rivolto alla polizia penitenziaria poiché il parcheggio è adibito proprio agli agenti che prestano servizio nel carcere.
L’episodio è stato segnalato dal segretario generale della polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, che ha dichiarato:
“la polizia penitenziaria continua ad essere attaccata. serve un decreto carceri che affronti l’emergenza con carattere d’urgenza”.
Le molotov create in maniera rudimentale utilizzando delle bottiglie, erano indirizzate proprio agli agenti che prestano servizio nel ramo femminile di Rebibbia e De Fazio ha anche ricordato a Salvini che nel 2017 sottoscrisse un documento della polizia penitenziaria in cui venivano chieste più unità nelle carceri e una generale riorganizzazione del Corpo:
“ora è il momento di adempire agli impegni presi”.
A luglio dello scorso anno c’era stata un’altra vicenda analoga nello stesso parcheggio, dove erano state incendiate due vetture.
L’evasione dal carcere Beccaria
Impossibile non notare che l’episodio è avvenuto poche ore dopo la fuga da parte di alcuni detenuti dal carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, due dei quali sono stati subito catturati.
I minorenni si sono aperti un varco approfittando di alcuni lavori in corso per poi scavalcare il muro di cinta. Di queste 7 persone, 5 risultano ancora fuggitive.
C’è stata una situazione di panico generale dovuta all’appiccamento di alcuni roghi in segno di protesta, da parte dei detenuti della medesima struttura e diversi agenti sono rimasti intossicati dal fumo e sono finiti in ospedale.
L’episodio è avvenuto nel pomeriggio di ieri e dopo due ore la situazione è tornata tranquilla. Ora sulla vicenda indaga la Procura di Milano e quella per i minorenni, poiché quasi tutti i coinvolti non superano i 18 anni.
L’auspicio dei sindacati
Sulla vicenda di Roma, riprendendo ovviamente anche quella di Milano, si è levata la voce di protesta dei sindacati.
Il segretario generale del Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Donato Capece, ha espresso solidarietà agli agenti di Rebibbia, auspicando che le indagini chiariscano l’evento inquietante e molto grave.
“L’episodio merita di essere approfondito e i responsabili devono pagare”.
Secondo il sindacalista non si può più aspettare per il decreto carceri ma si deve agire subito per potenziare il Corpo e affrontare l’emergenza. Sono ancora troppo pochi infatti gli agenti che lavorano nelle strutture carcerarie rispetto ai detenuti che effettivamente ci sono.