Il cadavere di una ragazza di 28 anni è stato trovato venerdì 13 gennaio su una banchina del fiume Tevere, a Roma.
La ragazza era uscita lo scorso 12 gennaio e non aveva più fatto rientro a casa.
Cadavere ritrovato a Roma
Ha finalmente un nome il cadavere ritrovato venerdì 13 gennaio, si tratta della 28enne Sara Girelli ed era uscita il giorno prima senza fare più rientro a casa, facendo subito scattare l’allarme da parte dei familiari preoccupati.
Siamo a Roma, nei pressi di una delle banchine del fiume Tevere, dove i Carabinieri hanno trovato la salma sdraiata sul selciato. La vittima non aveva i documenti con sé, per questo motivo l’identificazione è arrivata solo nelle scorse ore, dopo diversi accertamenti delle forze dell’ordine per capire di chi si trattasse.
A trovare il cadavere sulla banchina del lungotevere Sangallo è stato un uomo che stava percorrendo il fiume in canoa e si è accorto del corpo immobile senza vita.
Immediatamente l’uomo ha chiamato il 112 e anche l’ambulanza ma purtroppo non c’è stato nulla da fare, la giovane era già deceduta, quindi è stata caricata e portata in obitorio per gli esami autoptici, in modo da capire cosa sia successo a Sara.
Per far questo e per dare risposte a una famiglia che oggi piange una dolorosa scomparsa, la Procura ha disposto l’autopsia sul corpo della giovane per capire che cosa possa essere successo.
Le indagini
Come mai Sara si è allontanata quel 12 gennaio? Quali sono stati i suoi ultimi movimenti? Qualcuno le ha fatto del male? Queste alcune delle domande su cui stanno lavorando gli investigatori, che in queste ore hanno ascoltato il canoista per carpire quanti più dettagli possibili in merito alla vicenda, mentre si attendono i risultati del medico legale.
Allo stesso modo si cercano altri eventuali testimoni, ad esempio altre persone che lavorano sulle sponde del Tevere in maniera frequente e possano aver visto qualcosa di utile per le indagini.
Al momento non è esclusa nessuna ipotesi, dal gesto volontario alla caduta accidentale, per ora si sa solo che non sono stati trovati segni di violenza.
Gli inquirenti hanno proceduto ad ascoltare anche la famiglia di Sara e a sequestrare i suoi dispositivi elettronici, quindi il computer e lo smartphone, per ricostruire le sue ultime ore di vita, ad ora il tassello mancante per risolvere questo enigma.
La polizia scientifica è ancora all’opera sul posto del ritrovamento, avvenuto intorno alle 9, per effettuare i rilievi di rito.