Una bruttissima vicenda quella che, a Roma, ha portato una ragazza di 14 anni a denunciare il fidanzato di anni 17. L’accusa mossa nei confronti del ragazzo è quella di stalking, di lesioni ed anche violenza sessuale.
Il racconto della ragazzina, avvenuto a fine Luglio, ai Carabinieri illustra come quel fidanzato, di poco più grande di lei, si sarebbe man mano trasformato in un tipo violento.
La gelosia del 17enne avrebbe portato, addirittura, alla rinuncia a frequentare la scuola, da parte della sua fidanzatina, in quanto, come lei racconta, sempre più geloso e violento la picchiava quando andava a scuola.
Un racconto che diventa sempre più drammatico. Man mano che la ragazzina va avanti nella sua descrizione dei fatti, si evincono particolari angosciosi. Il fidanzato, se così vogliamo continuare a chiamarlo, la costringeva ad avere dei rapporti sessuali per strada. Questi ultimi, poi, finivano postati sul web proprio da lui.
Dal rapporto delle forze dell’ordine si apprende anche di un aborto ad inizio Luglio. Il 17enne arrestato a metà Agosto nega tutto. Il suo legale, Guido Pascucci, parla semplicemente di una dipendenza maniacale dei due dai social.
La deposizione dei fatti, però, va avanti la bambina, perché a 14 anni questo si è, continua a descrivere quelle violenze che avrebbe subito. Parla di bruciature di sigarette, di morsi in faccia, di un cellulare spaccato sempre e solo per gelosia.
E poi, racconta, di privazioni e violenze anche verbali. Non poteva andare a ballare con le amiche, non poteva più frequentare la scuola le ordinava di obbedire e stare zitta e, quando non lo faceva, le sferrava calci e pugni.
Mentre la 14enne, però, accusa il ragazzo di 17 anni si difende negando tutto. Dichiara che una unica volta che le ha visto dei graffi in faccia lei aveva parlato di graffi procuratele dalla madre.
Una brutta gatta da pelare per il pm, il quale con gli investigatori visionando gli smartphone dei due giovani ha trovato foto erotiche, insulti, offese, accuse reciproche diffuse anche nelle chat con gli amici.
Una brutta storia insomma che, per il legale del giovane, è amplificata dalla giovane età dei protagonisti e dalla precocità delle esperienze maturate, anche, da “un contesto di disagio sociale e genitoriale”.
Per l’avvocato, poi, ad esagerare il tutto sarebbe stata la dipendenza maniacale dei due giovani nei confronti dei social. Di fatto la misura messa in atto dagli assistenti sociali del comune di Roma, nei confronti dei protagonisti di questa triste vicenda, è stata proprio la sospensione dall’uso di cellulari e social.
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