C’è qualcosa che non va nei distributori di benzina a Roma e sta facendo preoccupare tantissimi automobilisti. Qualcuno “annacqua” la benzina stessa, portando così ingenti danni al motore delle auto. Le segnalazioni.
Tantissimi sono gli automobilisti che stanno segnalando alle Forze dell’ordine questo fenomeno.
Un fenomeno che era da qualche tempo che non si sentiva. Stiamo parlando della cosiddetta “benzina annacquata”, ovvero dell’aggiunta d’acqua al carburante stesso, ma all’interno dei distributori. Gli automobilisti, ignari di tutto, nel fare rifornimento per le loro auto, tendono a trovarsi un danno al motore non indifferente.
Ma cosa sta succedendo? Le segnalazioni, a Roma, alle Forze dell’ordine da parte di centinai a di automobilista sono arrivate. La si chiama, infatti, “Petrol Mafie” e lo scopo di queste organizzazioni è proprio quello di importare carburante di contrabbando, allo scopo di arricchire, ulteriormente, i propri profitti economici illegali.
L’aggiunta di acqua nella benzina, l’ignaro distributore, il danno all’automobile: questo il circolo vizioso che le Forze dell’ordine stanno cercando di interrompere.
Queste organizzazioni, legate alla camorra e alla ‘ndrangheta, hanno anche un altro tipo di scopo a questa loro impresa: un prezzo più basso (certe volte anche di molto) al litro rispetto alla concorrenza. Questo porta il povero automobilista a cadere nella rete, a rifornirsi da loro e…addio alla propria auto.
Per ora, il fenomeno sembra circoscritto ad alcune zone della città di Roma, ma non si esclude che il fenomeno possa già essersi espanso anche altrove. Alcune zone come Bracciano, Casilino e l’Aurelio sono quelle dove gli automobilisti hanno dato segnalazione del fenomeno e dove le Forze dell’ordine sono intervenute ed hanno constatato la truffa della benzina. È, però, nell’hinterland di Roma dove si registrano i maggiori “danni” da benzina annacquata.
Si pensa, infatti, da una primissima ricostruzione, che la presenza, tutte nel raggio di pochi km, delle pompe bianche (ovvero quelle che non hanno marchio) sia semplicemente un modo per oscurare ed aggirare la truffa ed indurre l’automobilista, dato il periodo di crisi, a fare rifornimento dove la benzina è a più basso prezzo, ignaro, però, di ciò che effettivamente, possa esser “inserito” nella sua di auto.
La DDA, pochi mesi fa, ha arrestato ben 70 persone, tra cui anche alcuni esponenti del clan dei Casamonica, proprio nell’ambito di una inchiesta sul contrabbando di benzina. Ma forse la situazione non è cambiata ancora, ed ecco che il fenomeno tende a ripresentarsi.
Una situazione da tenere sotto controllo e della quale si attendo, presto, altri sviluppi di indagine.
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