A Roma è caos per l’emergenza rifiuti. Due impianti per lo smaltimento di Ama sono finiti sotto inchiesta e si indaga su diversi funzionari dell’azienda che si occupa dei rifiuti nella Capitale.
Nell’impianto di Rocca Cencia e di via Salaria sono stati smaltiti meno rifiuti rispetto al previsto. La bufera coinvolge inevitabilmente anche la giunta Raggi e in particolare l’assessore all’Ambiente Paola Muraro, che prima di entrare nella squadra della nuova sindaca di Roma è stata per 12 anni consulente e fino al 30 giugno scorso responsabile proprio dei Tmb capitolini con la mansione specifica di controllare il rispetto delle prescrizioni Aia (autorizzazione integrata ambientale).
Ma Paola Murano non ci sta e si difende: “In Ama ero solo una consulente. Il consulente consiglia, non dirige”.
“È evidente che la gestione rifiuti a Roma non ha funzionato per anni e per questo la sindaca Raggi ha il dovere e la responsabilità, dopo aver denunciato tali inadempienze in campagna elettorale e nuovamente in questi giorni, di rimboccarsi le maniche e presentare il proprio cronoprogramma per uscire dall’emergenza, cosa che non ha fatto, e pianificare interventi e risorse nel medio periodo per aumentare l’ecocompatibilità del ciclo dei rifiuti”, ha detto Adriano Zaccagnini di Sinistra italiana.
Tutti top secret i nomi degli indagati, ieri però il presidente di Ama Daniele Fortini è stato convocato dal pm come persona informata dei fatti. Sulla Muraro, Fortini non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
La sindaca Raggi punta il dito contro le vecchie amministrazioni di fronte alla crescente emergenza rifiuti. “Siamo già prendendo dei provvedimenti perché è evidente che la responsabilità della gestione dei rifiuti, dello spazzamento delle strade è di chi ha governato Ama fino ad oggi”, ha detto commentando la situazione della capitale.