I funerali di Stato per Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, morti in un attacco armato nella Repubblica Democratica del Congo, si sono svolti oggi, giovedì 25 febbraio, nella basilica di Santa Maria degli Angeli di Roma. I feretri delle due vittime sono entrati nella basilica avvolti dal tricolore e sono stati portati in spalla dagli uomini del XIII reggimento dei carabinieri.
Le figure politiche presenti al funerale
Presenti ai funerali di Stato per le due vittime dell’attacco armato diverse cariche dello Stato, tra cui: il premier Mario Draghi, il presidente della Camera e del Senato Roberto Fico ed Elisabetta Casellati. Ma anche Lorenzo Guerini, ministro della difesa, Elena Bonetti, ministro della famiglia, Luigi Di Maio, ministro degli esteri e Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno.
A dare l’ultimo saluto, prima della partenza del corteo funebre, i familiari di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci. Una volta conclusa la celebrazione funebre, segnata da una lunga omelia di Angelo De Donatis, il cardinale Vicario di Roma, i due feretri torneranno nei loro Comuni di origine: Sonnino, nel Lazio, e Limbiate, in Lombardia.
Domani venerdì 26 febbraio sarà allestita per l’ambasciatore tragicamente scomparso la camera ardente, mentre sabato sarà dato l’ultimo addio con una cerimonia al centro sportivo di Limbiate. Sempre venerdì si terrà il funeale privato per Iacovacci, nell’Abbazia di Fossanova.
Secondo quanto emerso dai risultati delle autopsie effettuate dal Policlinico Gemelli, le due vittime dell’assalto armato sono rimaste uccise in uno scontro a fuoco. Non si sarebbe quindi trattato di un esecuzione.
Le parole del Cardinale De Donatis
“Luca, Vittorio e Mustafa sono stati strappati da questo mondo dagli artigli di una violenza stupida e feroce che non porterà nessun giovamento ma solo altro dolore” ha detto durante l’omelia il cardinale De Donatis.
“Mentre oggi preghiamo, vogliamo che sia un giorno in cui la preghiera per la pace in Congo, in tutte le Nazioni lacerate da varie forme di guerra e violenza, in cui si senta la chiamata ad essere costruttori di pace, di una fratellanza umana basata sulla giustizia e sull’amore” ha concluso il cardinale durante i funerali di Stato.