Un episodio accaduto lo scorso anno e che, forse, sperava, fosse andato nel dimenticatoio. Ma non è stato così e, ora, rischia fino a 5 anni di carcere per la sua bravata fatta a Roma.
Decise di danneggiare la scalinata di Trinità dei Monti a Roma con la sua Maserati. Un gesto folle fatto da un ingegnere dell’Arabia Saudita, ma che la giustizia non si è fatta sfuggire.
Era l’11 maggio dello scorso anno quando, a bordo della sua Maserati, danneggiò la scala di Trinità dei Monti a Roma. Lui è un ingegnere saudita e la sua bravata è entrata a far parte degli annali, ma la giustizia italiana non l’ha dimenticata.
L’uomo, infatti, è stato rinviato a processo e il Gup di Roma ha fissato l’udienza del processo stesso a gennaio 2025. All’inizio, il 38enne saudita, dopo aver portato avanti la sua stupida bravata, aveva fatto perdere le sue tracce, ma le forze dell’ordine italiane, dopo qualche giorno di ricerche, lo rintracciarono all’aeroporto di Malpensa.
Cosa gli ha contesta il processo? La Procura ha mosso verso di lui l’ipotesi di reato relativa alla distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici. Una vera e propria tutela del nostro patrimonio artistico, che prevede condanne che vanno da due a cinque anni di reclusione.
Furono le telecamere di sorveglianza a immortalare la bravata dell’uomo. La Maserati era stata presa a noleggio e, dopo aver percorso via Sistina, si era diretto verso Trinità dei Monti, scendendola proprio con l’auto. I gradini furono danneggiati, ma all’uomo non bastò: non solo scese con l’auto, ma risalì anche la stessa scalinata di Trinità dei Monti, sempre con la Maserati.
Un danno ingente che è stato quantificato in quasi 50mila euro. Il comune di Roma ha deciso, per questo processo che, come abbiamo detto, inizierà il prossimo gennaio 2025, di costituirsi parte civile. Il 38enne ingegnere saudita è stato, per questo, rinviato a giudizio.
Accuse pesanti sono state mosse nei suoi confronti, fra le quali quelle di danneggiamento e distruzione del nostro patrimonio artistico e culturale. Una vicenda che sembrò assurda ma che portò, immediatamente, alla chiusura della stessa scalinata più famosa di Roma e all’inizio dei lavori di messa in sicurezza e di restauro per farla ritornare al suo antico splendore, così come lo era prima della bravata dell’uomo.
L’imputato è accusato di danneggiamento, deturpamento e imbrattamento colposi di beni culturali o paesaggistici e rischia una pena fino a 5 anni di carcere. Lo stesso ingegnere saudita credeva che la sua scena, siccome effettuata di notte, fra l’11 e il 12 maggio dello scorso anno, non sarebbe stata vista da nessuno e sarebbe così passato indisturbato. Ma invece le telecamere di videosorveglianza della zona immortalarono tutto.
Da lì, la decisione di procedere contro di lui, anche per il danno inflitto al monumento romano.
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