Roma, quattro persone indagate per la morte di un migrante

Nel 2021 a Roma un ragazzo migrante di 26 anni è morto dopo aver avuto una crisi psicotica mentre era ricoverato all’ospedale. A quanto pare i medici hanno sbagliato a dare le dosi dei sedativi. Solo ora sono stati stabiliti precisamente i quattro indagati.

Ospedale
Ospedale – Nanopress.it

A quanto pare al giovane tunisino Wissem Abdel Latif sono stati somministrati due sedativi, prescritti in cartella clinica e un terzo di cui, ancora ora, la provenienza è ignota.

Le persone attualmente indagate per l’omicidio del ragazzo sono due medici e due infermieri. 

La morte del migrante 26enne avvenuta nel 2021 a Roma

Wissem Abdel Latif era un ragazzo di 26 anni, proveniente dalla Tunisia. Il 25 novembre del 2021 fu ricoverato all’Asl 3 di Roma con la diagnosi di schizofrenia psicoaffettiva. Prima di giungere all’Asl il ragazzo aveva già trascorso due giorni all’spedale Grassi di Ostia e ancor prima era stato ricoverato al Cto di Ponte Galeria.

Il giovane in ogni caso, è morto proprio mentre era ricoverato in ospedale. A quanto pare, secondo le indagini condotte dal medico legale, la causa della morte sarebbe stata proprio la somministrazione dei sedativi. 

Corridoio carcere
Corridoio carcere – Nanopress.it

I medici somministrarono al giovane due dosi di sedativo differenti, prescritte all’interno della cartella medica e una terza, di cui però non si capisce la provenienza. Anche perché non ve n’è traccia all’interno dei documenti relativi al paziente. Tutto ciò mentre era stato letteralmente legato al suo letto. 

Sono ora indagati dalla Procura di Roma ben quattro dipendenti ospedalieri, in particolare due medici e due infermieri. 

Altro caso simile a quello di Wissem Abdel Latif

Altro caso simile a quello avvenuto a Roma nel 2021 si è verificato a Lampedusa. A quanto pare infatti due medici del poliambulatorio di Lampedusa sono stati inseriti nel registro degli indagati, per la morte di una ragazza migrante di 26 anni. Si tratta di Fatoumata Bamba.

La ragazza era giunta dalla Costa d’Avorio a Lampedusa su un barchino, insieme a tante altre persone, immediatamente è stata portata all’ospedale per una crisi d’asma. Dopo alcuni superficiali accertamenti, la giovane è stata dimessa e rimandata all’hotspot di contrada Imbricola, in cui è poi deceduta.

I due casi si eguagliano in diversi punti dunque, quello che maggiormente salta all’occhio è la mala sanità del nostro paese. Ma la domanda che sorge spontanea è, si tratta effettivamente di un incompetenza, generalizzata e preoccupante, che permea  l’ambito ospedaliero del nostro paese?

Oppure di una sorta di non curanza dinanzi a pazienti migranti, considerandoli “pazienti di serie B”? Così come accade in molti altri ambiti della nostra società, oltre che quello ospedaliero. Il dubbio rimane, in ogni caso si spera che la giustizia condanni i responsabili di queste due morti assurde e ingiuste.

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