I truffatori adescavano con profili social fake donne fragili, spacciandosi per personaggi intriganti e rasserenanti con lo scopo di instaurare con queste un rapporto sino ad indurle a credere di avere una vera e propria relazione sentimentale. Conquistata la fiducia delle vittime, i criminali avanzavano loro richieste di denaro, adducendo le scuse più svariate. Arrestate 8 persone nella capitale.
I CC della capitale hanno condotto in carcere otto persone in forza di un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal G.I.P. della capitale per i reati di truffa, aggravata dall’aver abusato delle condizioni di fragilità delle vittime, riciclaggio di denaro nonché sostituzione di persona. L’attività di indagine, condotta dall’Unità di Roma che si occupa della sicurezza nel cyberspazio, sotto la direzione dalla Procura di Roma, si è posta come obiettivo quello di contrastare il fenomeno del romance scam. Reati commessi in danno del patrimonio e arrecati a scapito di persone estremamente vulnerabili, che i truffatori adescano sui Internet.
Ottenuta la fiducia delle vittime, i truffatori romani richiedevano somme di denaro, accampando le scuse più svariate. Le richieste di somme di denaro divenivano sempre maggiori e la vittima, oramai coinvolta emotivamente, stentava ad accorgersi, o comunque ad ammettere, di essere stata vittima di un raggiro.
L’indagine ha preso il via dalla segnalazione di una donna, adescata su Facebook da un tale “Larry Brooks”. Un presunto ufficiale dell’esercito americano, in missione in Siria. La vittima, indotta a credere nella possibilità di costruire una vita insieme, iniziava a predisporre un numero considerevole di bonifici per consentire a Larry di superare le proprie difficoltà economiche. Avrebbe così potuto congedarsi e raggiungere la donna in Italia.
Le impellenti esigenze economiche dell’Ufficiale venivano confermate anche da diverse e-mail inviate da account fittizi di studi legali.
I truffatori modulavano il loro “copione” sulla base delle diverse specificità e fragilità delle donne, riuscendo così a far più facilmente leva sui loro punti deboli. Ecco che quando hanno scoperto che una delle vittime non aveva avverato il suo desiderio di diventare madre, hanno inserito nella “trama” la figura di “Elvis Brooks”, figlio del militare. Questo in alcuni casi veniva addirittura presentato come bisognoso di cure in quanto gravemente malato.
Dalle indagini condotte il profilo di “Larry Brooks” risulta aver truffato decide di donne. In particolare, nell’arco temporale che va dal 2018 al 2021, sarebbero state ben 32 le vittime con un guadagno che si aggira su i 400.000 euro.
Gli inquirenti hanno fatto sapere che l’intricata attività investigativa è stata condotta combinando i metodi tradizionali di investigazione alle più innovative tecniche che consentono di tracciare il denaro. Le somme che le vittime elargivano giungeva su i conti correnti intestati ai truffatori. I proventi venivano poi incassati oppure trasferiti su altri conti correnti appartenenti a dei correi.
I reati contestati dalla Procura di Roma agli indagati sono la truffa ex art. 640 c.p., aggravata ai sensi dell’art. 61 n° 5 c.p., per aver profittato delle condizioni di minorata difesa delle vittime per lo stato di vulnerabilità in cui si trovavano e dalla transnazionalità dello stesso, in concorso con il reato di cui all’art. 648-bis del codice penale per il riciclaggio dei guadagni.
Ai criminali viene contestato altresì il reato di sostituzione di persona. Questo perché il sig. “Larry Brooks” è persona realmente esistente negli Stati Uniti. La foto utilizzata nei profili falsi, invece, appartiene ad un legale statunitense che ha presentato denuncia alle autorità americane.
Il danno patrimoniale spesso è ingente. La vittima, talvolta, è addirittura spinta ad indebitarsi. Il danno maggiore resta però quello psicologico. La difficoltà di accettare che il rapporto sentimentale è esistito solo nella loro mente e la consapevolezza di essere vittima di un raggiro, di frequente sono causa di importanti traumi a livello psicologico.
La vergogna spesso impedisce alla vittima di raccontare il proprio vissuto anche ai propri familiari. Non è un caso che delle 32 vittime accertate solo 8 hanno presentare formale denuncia.
Ecco che nella maggior parte dei casi le segnalazioni alle Autorità provengono dai parenti delle vittime, insospettiti dalle improvvise ed incomprensibili difficoltà economiche e psicologiche di queste ultime.
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