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Dopo Sanremo Giovani e X Factor, Romina Falconi collabora con Immanuel Casto per Attraverso, mini album con cui proverà anche a tornare al Festival di Sanremo, nel 2015. In questa intervista con Nanopress, l’artista parla del suo passato e del suo futuro, del fenomeno Suor Cristina e di quello che si aspetta dal governo di Matteo Renzi per il mondo gay, cui è particolarmente legata.
Il tuo nuovo progetto discografico è Attraverso’, un ep con Immanuel Casto: come è nata la collaborazione? Musicalmente parlando, cosa avete dato l’uno all’altra? E del video cosa ci puoi dire?
“Questi mini album erano una pazzia per tutti, una pazzia interessante però. Mi piace cantare su più generi e mettermi in gioco come mai avrei potuto fare con una major accanto. Le cose più rischiose non si possono vivere con i mezzi tradizionali. Da qui arriviamo a Immanuel. Ho cantato due canzoni con lui anni fa, col tempo siamo diventati amici. Per certi versi ci completiamo pur essendo molto diversi. Per il nuovo brano ‘Eyeliner’, un giorno, l’ho chiamato e gli ho detto: ‘Voglio parlare di chi ha avuto un cambiamento importante nella propria vita, chi ha sofferto tanto quasi da diventare indistruttibile, voglio girare un video che rappresenti una storia scabrosa perchè la vita vera molto spesso è così…Aiutami a dare la giusta luce alla canzone, ti va?‘. Lui ha ascoltato Eyeliner e gli è piaciuto tantissimo! Avere accanto Immanuel mi permette di esprimermi sotto una lente diversa dal solito. E’ il compagno di viaggio che ho sempre desiderato. Pensare che il mondo della musica a volte è pieno di rivalità. Io ho trovato un complice vero e so di essere moto fortunata perchè non si limita a registrare una voce e fare presenza, vuole sempre il meglio e studia il mio progetto come fosse il suo. Entrambi, quando lavoriamo insieme, dimentichiamo Chi ha scritto il brano, in quale progetto è (se fa parte del suo o il mio album), entriamo in modalità “carpe diem” e diamo il massimo come se non ci fosse un domani. Ogni canzone è un mondo nuovo. Ogni volta vogliamo reinventarci. Sono il suo jolly, una voce curata e una figura femminile artisticamente plasmata dalle sue mani, lui invece è il mio Icaro 2.0, nelle ali non ha la cera, arriva e canta le mie canzoni ed io mi sento una donna nuova. Il video che abbiamo girato è d’impatto forte. Quello che desideravo era raccontare una storia, non volevo trovare carnefici o vittime. Io ed Immanuel abbiamo interpretato personaggi che potrebbero essere giudicati dalla società “loschi” con una cosa in comune con tutto il mondo però: le reazioni umanissime e fragili. Volevo dare voce a chi non può quasi mai averla pubblicamente. Sono cresciuta in un quartiere dove non si giudica mai. Ognuno ha il suo lavoro, le sue avventure tristi ma si condivide. Ho portato un po’ di Torpignattara in una storia Almodovariana. Scandalizzeremo con il video di Eyeliner ma dentro di noi sappiamo che ne vale la pena”.
Tre aggettivi per descrivere il tuo nuovo album “Certi sogni si fanno Attraverso Un filo d’odio”
“Teatrale nell’impatto, ironico al limite del consentito e svergognato. Una come me non si mostrerà mai come una ragazza dalle intenzioni sempre buone e con le risposte in tasca, preferisco piuttosto far vedere anche il lato grottesco che è in me ma almeno tornare a casa con la sicurezza che ho davvero presentato qualcosa di vero. Mettersi in gioco e spogliarsi simbolicamente è un lavoro duro. Le cose facili non mi sono mai piaciute“.
Sei stata scoperta da Gigi Sabani e hai collaborato, tra gli altri, con Eros Ramazzotti. Come è stato lavorare con questi personaggi e cosa ti ha spinto a perseguire una carriera artistica?
“Gigi Sabani mi portava in tour con lui perchè tra una pausa e l’altra voleva un intervento musicale. E’ stato un grande onore per me che avevo 15 anni vedere come era la vita di un uomo che si metteva in gioco sempre ed ogni volta dando di più alla gente. Quello che non si dice mai è che una persona che ha fatto successo non può dare per scontato l’affetto del pubblico, ogni volta deve essere in grado di ripetere il perchè è arrivato fin lì. Gigi lo sapeva bene e mi ha insegnato una lezione forte: non ci si può accontentare, bisogna essere pronti a imparare e a superarsi alle volte. Eros mi ha insegnato che i più forti sono i più generosi e con i piedi per terra sempre. Mi ha fatto entrare in un mondo nuovo con un ruolo nuovo (il corista e il cantante sono due lavori diversissimi) e mi ha spinto a credere nelle mie canzoni. Gli presentavo i provini e mi diceva: ‘Te sei verace pure quando scrivi, insisti! Con la verità non si sbaglia mai!’. Ed eccomi qui, ogni giorno a ricordare le lezioni di queste persone umili e forti a vivere ogni piccolo traguardo come si vive il primo bacio
Nella tua carriera hai partecipato a Sanremo Giovani e a X Factor: cosa ne pensi dei talent di oggi?
“Il talent è un’idea interessante che è stata però concepita e messa in pratica, qui in Italia, più per l’evento in se che per la costruzione vera della carriera dei partecipanti.Io consiglio di provare a tutti ma al tempo stesso dico che bisogna stare attenti perchè parteciparvi da visibilità ma è come passare una sera nel paese dei balocchi: non è un mondo vero, la gavetta è diversa. Il talent può donarti la popolarità ma non può garantirti una carriera nel mondo musicale, bisogna farsi il mazzo altrimenti si diventa famosi per due anni e poi finisce tutto. Sanremo resta per me il ricordo più bello. A Sanremo si presenta una canzone che è stata preparata anni o mesi prima, non si passa sotto mille esperimenti: si arriva a Sanremo con un concept ben preciso”.
Parlando di talent show, non possiamo non parlare del fenomeno mediatico dell’anno: Suor Cristina. Qual è il tuo giudizio?
“Suor Cristina è capitata a fagiolo in questo periodo: un mese prima ha vinto Conchita all’EuroFestival e si sono scatenate le polemiche. Strano il mondo, vero? Una per il velo, l’altra per la barba sono state oggetto di lunghe discussioni. La verità è che Conchita senza barba è brava e fa venire i brividi lo stesso. Suor Cristina, a mio modestissimo parere, senza scuffia probabilmente non sarebbe arrivata in finale. Per carità, trovo la sua voce interessante ma sinceramente: che progetto discografico si crea intorno ad una suora? Lo sai che le suore, facendo il voto, rinunciano anche a vivere con la loro famiglia? Sposando Cristo si hanno degli obblighi (lei ancora non ha preso i voti definitivi a quanto ho letto sui giornali) per me ha fatto bene a partecipare ad una gara canora ma quando sarà una suora a tutti gli effetti ho paura che la chiameranno solo per la stranezza del progetto. Rischia di diventare un fenomeno di piazza e la voce passerà sempre al secondo posto. E comunque non posso che dire: che Dio la benedica“.
A X Factor hai conosciuto Morgan il tuo coach: quali insegnamenti hai tratto da questa esperienza?
“Morgan è un uomo immenso, nel senso che ha una cultura ed una sensibilità fuori dal comune. Adora il rischio ed è un peccato che sia tanto osannato come giudice e meno adorato come cantautore. Ha scritto cose molto più che interessanti. Con lui a fianco ogni partecipante sente di essere in buone mani perchè ha passione e voglia di conoscere davvero tutti quelli con cui collabora durante X Factor. Venivo dal mondo soul, dal pop e mi ha fatto scoprire i Duran Duran (ora li ascolto quotidianamente), è un coach bravissimo perchè crede che l’unica cosa davvero importante per Tutti sia imparare. E’ stato un onore per me averlo conosciuto“.
Ti definisci da sempre legata al mondo gay: qual è il tuo pensiero circa le aperture fatte dal governo Renzi?
“Credo che l’Italia sia molto indietro rispetto a tanti Paesi e che sia brutta questa cosa, l’Italia è stato il Paese delle invenzioni, il Paese che si rialza e che fa emozionare. Spero che il governo riesca presto a cambiare certe regole, credo che Renzi abbia buone intenzioni. Sì alle unioni civili gay e io aggiungerei: si alle adozioni perché siamo tutti diversi e con virtù diverse; poveri, ricchi, socievoli e non, donne, uomini, l’unica cosa che abbiamo in comune è questa: possiamo prenderci cura di qualcuno se vogliamo. L’amore e la voglia di responsabilità sono doni universali. Sono cresciuta per tutta l’adolescenza con una Trans che è stata una seconda mamma magnifica per me, chi sono io per dire chi è in grado di crescere un figlio? Come posso permettermi di dire: ‘tu si e tu no’ sapendo che anche dalle famiglie etero, apparentemente perfette, può celarsi un lato brutto. Ed invece perché non affidare un bimbo abbandonato a qualcuno che se ne vuole prendere cura? Quanti bimbi sono soli al mondo. Io ricordo la mia “mamma col distintivo” Gio’ come una maestra materna perfetta. E direi: ‘Dai Matteo, hai fatto trenta, fai pure trentuno e cambia la storia!’”
Ti piacerebbe tornare sul palco dell’Ariston, magari per Sanremo 2015?
“Ci sto lavorando e spero di tornarci proprio nel 2015 con Immanuel. So che sembra un desiderio strano ma ho voglia di mettermi in gioco con un artista come lui, che ha moltissimo da dire. Nessuno se lo immaginerebbe mai ma il Casto sa affrontare, con la stessa virulenza e pragmaticità che lo hanno reso popolare, temi molto profondi e mai scontati. Con il tempo ho scoperto che è una persona credibile in ogni fronte: con il suo modo riesce ad essere ribelle e diretto sia per cose ironiche che drammatiche. Se dovessimo riuscire in questa impresa avremo modo di presentare la nostra teatralità, serietà e voglia di rivoluzione con un brano bellissimo“.
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