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Ronald Mallett, l’uomo che lavora alla macchina del tempo

Il padre di Ronald Mallett, il signor Boyd, morì improvvisamente d’infarto nel 1955 e il figlioletto di dieci anni si mise in testa una missione che molti hanno accolto con una carezza sulla spalla e un po’ di magone in gola: voleva salvare il babbo. Ma come fare a salvare la vita di qualcuno che l’ha appena persa? Semplice, si può tornare indietro nel tempo e cercare di ovviare al problema. E come si fa a tornare indietro nel passato? Con una macchina del tempo. Sì, Ronald Mallett sta lavorando a una macchina del tempo.

Ronald Mallett è nato a Roaring Spring in Pennsylvania il 3 marzo 1945 e ha vissuto nel Bronx a New York City. Era lì che il babbo scomparve improvvisamente quando era appena un bambino di 10 anni, ma sin da quel giorno Ronald maturò l’idea di tornare indietro nel tempo con un apposito macchinario per salvarlo. Certo, fosse stato un incidente sarebbe stato più fattibile, ma magari ritornare a qualche anno prima del collasso cardiaco e convincere il padre a evitare determinati rischi… L’ispirazione è arrivata a seguito della lettura del romanzo di Herbert George Wells, La macchina del tempo, appunto.

Ronald si è dunque laureato in fisica e ha conseguito il dottorato di ricerca dalla Penn State University ottenendo in seguito anche un premio per l’eccellenza nell’insegnamento (Graduate Assistant Award for Excellence in Teaching) e ricevendo l’incarico di Assistente Professore presso l’Università del Connecticut. La carriera l’ha visto poi diventare Professore Associato e, infine Professore Ordinario. Insomma, non certo un visionario con teorie campate in aria, ma al contrario un grande esperto della base della fisica dalla relatività generale alla gravità quantistica. In questi ambiti c’è una parte legata alla “fantascienza possibile”, almeno a livello teorico, come sono i viaggi nel tempo.

Ronald, che ora è 70enne, ha speso la propria vita per l’insegnamento e anche per la costruzione di una macchina del tempo, il suo sogno di bambino. Ma come immagina questo dispositivo? Prendendo come base le teorie relativistiche di Einstein si andrebbe a realizzare un anello laser che produrrebbe una quantità di frame-dragging (spostamenti laterali); con un quantitativo di energia imponente si potrebbe andare a ottenere una curva spaziotemporale chiusa di tipo tempo, che aprirebbe al viaggio nel passato. Una teoria suggestiva che non ha ancora riscontri pratici e chissà se mai li avrà visto che solo un modello in scala richiede un investimento di diverse decine di milioni di euro, che diventano miliardi per l’eventuale progetto-madre. Ma come si può ritornare in un punto preciso del tempo? E, ovviamente, dello spazio? Domande ancora senza risposta, ma Ronald continua nella ricerca, spinto dal desiderio sempre intenso di salvare l’amato papà scomparso.

LA STORIA DELLA DELOREAN DI RITORNO AL FUTURO

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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