Ronzulli non voterà per il ddl per il reintegro anticipato dei medici no vax

Licia Ronzulli, la capogruppo di Forza Italia al Senato, ha deciso di non partecipare al voto del disegno di legge di conversione del decreto legge sul decreto rave che conteneva anche misure per il reintegro anticipato del personale sanitario no vax. La senatrice, molto vicina a Silvio Berlusconi, ha detto di parlare a titolo personale, ma dalle fila del suo partito hanno applaudito la scelta.

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Antonio Tajani, Licia Ronzulli, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni – Nanopress.it

Nonostante questo, ha spiegato ancora Ronzulli, non ci sarà nessuno strappo nella maggioranza, a cui ha promesso lealtà incondizionata, così come al governo di cui Forza Italia fa parte che “non deve essere messa in discussione“. Un plauso alla scelta della capogruppo azzurra è arrivato anche da Raffaella Paita, capogruppo di Azione e Italia Viva sempre a Palazzo Madama.

Ronzulli non vota il ddl per il reintegro anticipato dei medici no vax

Licia Ronzulli è stata per molto tempo, almeno per un mese, il motivo della contesa tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Durante la formazione del primo governo presieduto da una donna, infatti, il Cavaliere voleva che una delle sue fedelissime trovasse un ruolo di spicco nell’esecutivo, cosa che alla leader di Fratelli d’Italia non piaceva. A vincere, alla fine dei conti, è stata la linea della premier, con la senatrice di Forza Italia che è stata destinata a essere la capogruppo dello schieramento a Palazzo Madama.

Gli attriti tra le due, si diceva, nascevano da qualcosa di personale, ma erano per lo più legati alle differenti visioni in merito all’obbligo vaccinale, con l’ex infermiera assolutamente a favore e all’ora unica presidentessa dell’opposizione che, invece, suggeriva un approccio più soft, cosa che poi si è concretizzata nel momento in cui Meloni è arrivata a Palazzo Chigi.

Nel decreto legge sui rave, molto discusso, infatti, il governo aveva inserito anche un articolo – il numero 7 – in cui si reintegrava, prima del primo gennaio 2023, il personale sanitario non vaccinato. Ecco, come si sa, per avere effetti oltre i 60 giorni, i decreti legge devono essere convertiti in legge, ed è in questo passaggio che è arrivata un’altra rottura (forse sanabile) tra la maggioranza e la senatrice Ronzulli.

Ronzulli
Licia Ronzulli – Nanopress.it

Intervengo a titolo personale, non nascondendo un certo travaglio nel dover sottolineare l’unico aspetto che ritengo negativo di un provvedimento condivisibile sotto tutti gli altri punti di vista: l’aver inserito la tutela della salute pubblica in un decreto che tratta di giustizia. La mia storia e quella delle battaglie condotte da Forza Italia fin dall’inizio della pandemia, sempre in nome della scienza e della verità, meritano una riflessione“, ha detto la capogruppo durante la discussione generale al Senato.

Era stata lei, ha chiarito ancora, a ispirare il decreto del governo di Mario Draghiin materia di obbligatorietà dei vaccini per gli operatori sanitari“. La sua battaglia, ha proseguito, era stata combattuta “per la tutela della salute dei cittadini e per la sicurezza del servizio sanitario e che mi è costata incomprensioni e minacce. Tutti noi ci auguriamo che un evento drammatico e dirompente come la pandemia non si ripeta più. Ma se così non dovesse essere, avallare oggi il reintegro del personale sanitario che non si è sottoposto a vaccinazione significherebbe creare un pericoloso precedente“.

Secondo lei, con l’articolo 7 del decreto legge 162/2022, “noi legislatori stiamo dicendo ai sanitari che si sono vaccinati che avrebbero anche potuto non farlo. Non posso dire sì al reintegro di chi ha deciso di non sottoporsi a vaccinazione, venendo meno a un codice etico e morale; non posso dire sì per coerenza e credibilità“. E quindi, a prescindere dalla collocazione politica e, a maggior parte, dalla “lealtà incondizionata mia e di Forza Italia verso questa maggioranza e questo governo, che non sono e non devono mai essere messe in discussione” la senatrice ha detto che mentre il suo gruppo voterà compatto a favore, lei non parteciperà al voto.

Le reazioni di Forza Italia alla scelta della senatrice

Il gruppo di Forza Italia al Senato ha applaudito le parole di Ronzulli, esattamente come ha fatto Raffaella Paita, la capogruppo del terzo polo, quindi di Azione e Italia Viva al Senato, che su Twitter, ha fatto un plauso alla sua collega che ha dato “un segnale di serietà in netta contrapposizione al governo sovranista“.

Sempre dal social di Elon Musk, sono arrivate però anche delle critiche alla fedelissima di Berlusconi, che secondo alcuni potrebbe passare alle opposizioni dopo la scelta di non partecipare al voto con la maggioranza che sostiene l’esecutivo. Qualcun altro, invece, ha ricordato che sarà una vera spina nel fianco per Meloni.

A questo ha risposto la stessa Ronzulli che, in una nota, ha voluto “tranquillizzare i senatori dell’opposizione che da parte mia non esiste alcuna contrapposizione al governo, avendo io fatto un intervento a titolo personale e che riflette una posizione da me sempre tenuta. Capisco bene il tentativo da parte delle minoranze di alimentare spaccature che non esistono e di strumentalizzare il mio travaglio interiore“.

Nel mio intervento – ha detto ancora l’esponente azzurra – ho chiaramente specificato che la mia posizione è a titolo personale, dando mandato al gruppo di Forza Italia di votare compatto a favore del decreto“. Per la senatrice, “la maggioranza è sana, non certo a pezzi per il singolo voto di coscienza e di coerenza di un singolo senatore. Un concetto che ho chiaramente espresso nel corso del mio intervento, sottolineando che la lealtà incondizionata verso la maggioranza e il governo non possono e non devono essere messi in discussione da nessuno“.

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