Arriva nelle sale italiane il 3 febbraio 2016 il film Room, con trama e cast tra i più acclamati della passata stagione cinematografica. La pellicola di Lenny Abrahamson è stata adattata per il grande schermo dall’autrice dell’omonimo romanzo, Emma Donoghue, che è stata capace di raccontare con delicatezza e intensità la storia di Joy, interpretata dalla Miglior attrice protagonista agli Oscar 2016 Brie Larson. In Room, una giovane studentessa viene rapita dal sadico Nick, che la imprigiona e abusa di lei per sette anni. Nell’angusto nascondiglio dove Joy è segregata, nasce Jack, che vive imparando a conoscere soltanto le quattro mura dalla quale non è mai potuto uscire.
Il cast di Room è in gran parte costituito dai due protagonisti principali: Joy, che ha il volto di Brie Larson, e Jack, interpretato dal sorprendente novenne Jacob Tremblay. Joy è stata rapita da Nick (Sean Bridgers), che la costringe a vivere in un capanno degli attrezzi nel suo giardino e che abusa di lei continuamente. Dalla violenza subita, nasce il piccolo Jack, che all’inizio del film vediamo compiere 5 anni. Nato e cresciuto nella ‘stanza’, il bambino non ha minimamente idea di cosa ci sia all’esterno e l’unica realtà che vive è quella della quotidianità, ripetitiva e limitata, che sperimenta con la madre.
Dalla volontà di Joy nasce la svolta nella trama di Room. Estenutata dalla prigionia, Joy escogita un piano per far scappare Jack, restituendo la libertà almeno al figlio, amato nonstante frutto di anni di soprusi e umiliazione. Il piano riesce, ma lo scontro con la realtà e la complessità del mondo esterno rischiano di incrinare la già fragile psiche dei due personaggi, dipendenti l’uno dall’altra come nei più classici casi di sopravvissuti a un trauma. Il dramma inimmaginabile di questa coppia prende forma grazie alle splendide performance degli attori e a una sapiente sceneggiatura, che dosa speranza e dolore in un crescendo continuo di empatia.
Il romanzo di Emma Donoghue, e di conseguenza il film Room, sono ispirati da uno sconcertante fatto di cronaca contemporanea realmente accaduto. Nella cittadina austriaca di Amstetten, Josef Fritzl richiuse la figlia Elisabeth nella cantina della casa di famiglia per 24 anni, dal 1984 al 2008, periodo durante il quale vennero alla luce sette figli, frutto delle continue violenze segrete. Oltre che nel racconto della prigionia, la forza del lavoro di Lenny Abrahamson si trova nella messa in scena del post-liberazione, momento difficilissimo in cui lo sconcerto e la meraviglia rischiano di compromettere per sempre il rapporto tra madre e figlio.
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